Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il Comune vende o affitta i suoi gioielli

Fonte: L'Unione Sarda
26 marzo 2009

L'assessore al Patrimonio Luciano Collu: «Tutte le operazioni a prezzi di mercato»

Nell'elenco degli immobili il palazzo Caide, l'Ausonia e la Rai

Un processo che avrà diverse fasi: prima si procederà agli affitti, poi alle vendite.
È uno dei patrimoni immobiliari più ricchi d'Italia. Ma sta per diventare un po' meno ricco: è il patrimonio del Comune di Cagliari. Nell'ultima riunione di Giunta, è stata approvato la delibera con “l'elenco dei beni oggetto di ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare”. Una definizione burocratica che nasconde una realtà, invece, facilmente comprensibile: è l'elenco degli immobili che diventano disponibili, che cioè possono essere messi sul mercato per essere venduti o affittati. Ma anche per essere utilizzati in altri modi: magari, per esempio, per essere scambiati con altri spazi privati che interessano alla pubblica amministrazione.
GLI IMMOBILI L'elenco (che verrà ufficializzato nella riunione di Giunta in programma oggi) contiene quasi centocinquanta immobili. Praticamente tutti accomunati da un aspetto: non danno al Comune il reddito che sarebbero, invece, in grado di offrire. Le proprietà sono sparse in tutta la città, si va dal palazzo Accardo nel largo Carlo Felice al palazzo Caide in piazza del Carmine, dalla caserma dei Vigili del fuoco in viale Marconi agli impianti Rai di viale Bonaria. E ancora le ex scuole di via Flumentepido, Abruzzi, Donizetti, l'Ausonia di viale Poetto, il Castello sorcesco, oltre a una serie di appartamenti e locali commerciali sparsi in tutta la città. Ma anche spazi come l'ex mercato di via Ostro che, dopo la ristrutturazione, dovrebbe diventare un luogo di aggregazione.
LA FILOSOFIA Un'iniezione di denaro per le casse comunali. Che arriverà attraverso procedure ferree. «In primo luogo», spiega l'assessore al Patrimonio Luciano Collu, «la dismissione o l'affitto verrà effettuato basandosi sui prezzi reali di mercato». Nessuna svendita come è accaduto in passato: i beni saranno valutati e piazzati a cifre reali. Fatto salvo, naturalmente, il diritto di prelazione degli eventuali occupanti: questi, per intendersi, potranno mantenere il bene se offrono la cifra più alta proposta da altri potenziali affittuari. «Passi necessari», puntualizza Collu, «dal momento che la Corte dei Conti vaglia sempre l'operato degli amministratori locali».
LA RIVOLUZIONE Un cambio di rotta che non avverrà di botto. «Inizialmente», chiarisce Collu, «partiremo con gli affitti. Solo in un secondo tempo si passerà alle vendite». E gli immobili non saranno immessi sul mercato tutti insieme ma verranno ceduti a blocchi. Ma si tratta pur sempre di un'autentica rivoluzione: in tempi brevi, dovrebbero sparire quei privilegi che consentono a privati o a commercianti di occupare spazi di grande pregio spendendo pochi euro. E la mannaia contro i privilegi colpirà tutti. Anche quelle associazioni che attualmente vengono ospitate in spazi comunali e spendono cifre irrisorie.
IL FUTURO Ma questo è soltanto il primo tempo di una partita destinata a proseguire. «Questa fase riguarda esclusivamente gli immobili». La situazione diventerà particolarmente interessante in futuro quando le stesse operazioni riguarderanno anche le aree di proprietà del Comune. Per il momento, invece, si parte con gli immobili. Che, come si diceva, verranno piazzati a prezzi di mercato (stabiliti da esperti del Comune o da terzi). Gli interessati a questi spazi conosceranno in anticipo i costi ma anche la situazione del locale: sapranno, per esempio, se lo spazio è occupato da un affittuario, la data di scadenza del contratto. In ogni caso, tutti gli immobili saranno immessi sul mercato attraverso avvisi pubblici o bandi.
MARCELLO COCCO

26/03/2009