Quartiere bello e panoramico ma scomodo per anziani e disabili.
Una gamba rotta, l'automobile guasta, l'età avanzata. Basta e avanza, in zona Punici, per sentirsi in gabbia. Dorata, perché in città è pur sempre il quartiere più ammirato. Ma, quando c'è la spesa da caricare per la salita, non c'è panorama che tenga. Il colle è isolato, senza collegamenti pubblici con le vie centrali. Le fermate più vicine, in viale Merello e nel corso Vittorio Emanuele, sono troppo lontane per gli anziani. Irraggiungibili per i residenti diversamente abili.
«Se i familiari non mi accompagnassero, sarebbe impensabile fare le grandi provviste da sola, a piedi», denuncia Maria Pusceddu che anni fa ha lasciato i servizi di via Dante per la scomoda meraviglia di via Veneto. Proprio qui s'innesta la gradinata di via Oslavia, tra i punti più scomodi e ripidi della zona.
«Vedo le donne anziane fermarsi in cima, posare i sacchetti e riprendere fiato», prosegue Pusceddu, «l'amministrazione deve ricordarsi che questo quartiere, come altri del centro, è popolato sempre più da persone avanti con gli anni».
Ma va stretta anche ai giovani l'assenza di un bus di linea. «Da poco ho lasciato l'auto dal meccanico per un guasto», racconta Marco Fei, sportivo di 27 anni, «arrivare a casa, in cima al colle, è stata un'impresa». La questione è stata sollevata anche da Fratelli d'Italia-An. «Il problema arriverà presto in Aula», annuncia Alessio Mereu, consigliere comunale, con due proposte concrete al Ctm: «Prendere in considerazione l'ipotesi del bus pollicino o deviare di poco il percorso della linea 10 che fa tappa in viale Trento, davanti alla Regione».
Un esperimento, quest'ultimo, che il consorzio dei trasporti aveva già tentato, con scarso successo, una decina di anni fa. «Tuttavia», precisano da viale Trieste, «le condizioni potrebbero essere cambiate e giustificare un nuovo tentativo: se arriverà una richiesta ufficiale sottoscritta da un numero cospicuo di cittadini la terremo in considerazione e ne valuteremo la fattibilità».
Clara Mulas