L'ex presidente dell'Authority e le accuse della candidata grillina
«Che la macchina del fango si sarebbe messa in funzione a pieno ritmo era già preventivato»: Piergiorgio Massidda non schiva i colpi, per ora, né scende direttamente sul ring contro Alessandra Salvato che in un'assemblea cittadina del Movimento 5 stelle ha sparato su tutti, Comuni di Cagliari e Assemini e Autorità portuale. «Massidda - ha detto - ha qualche scheletro nell'armadio». E ancora: all'Authority «non si predilige il merito, si cerca di creare situazioni in cui le persone sono strumentali a certi disegni».
Massidda, spiega, vorrebbe evitare l'effetto visibilità-riflessa: «Ha detto delle cose gravi, saranno i miei avvocati, quelli delle liste che mi appoggiano, a stabilire se dare importanza o meno a queste falsità. Sono stati loro a dire di voler valutare la portata delle sue frasi che mi scivolano addosso, onestamente. Quando sarà la candidata a sindaco del Movimento 5 stelle potremmo confrontarci sulla città. Ora sto evitando le cattiverie. Mi stanno provocando tutti, anche cercando i miei figli. Io non regisco, voglio affrontare i temi della città».
L'ex presidente dell'Autorità portuale si dice disposto ad alzare i toni, quando sarà il momento: «Sarò pronto a litigare, sì, ma solo per un progetto per Cagliari, in quel caso non mi tirerò indietro. Non accetto le risse a danno dei cittadini». Poi la stoccata: «Dice che è stata mobbizzata da tutti, inizi lei a porsi il problema. E poi ha parlato esclusivamente di chi non sapeva fare niente. E lei, cosa propone?». (m. lam.)