CASTELLO. Studenti da un anno in autogestione nella ex scuola inutilizzata
Il principio alla base della loro lotta è un po' utopico: «Una società dove i cittadini si scambino le competenze tenendo fuori la logica del profitto», ma in fondo sono la dimostrazione che può essere possibile. «Basta crederci e volerlo».
Un anno di Sa Domu, tra rischio sfratto, polemiche e consensi. A tracciare il bilancio sono alcuni degli studenti che il 12 dicembre 2014 decisero di occupare la sede - di proprietà del Comune ma inutilizzata da anni - dell'ex scuola Manno, in via La Marmora 126. Un'avventura e una battaglia su più fronti. Dal quartier generale nel cuore di Castello, dove l'unica regola è quella dell'autogestione, hanno rivendicato più spazi per gli studenti fuori sede, «troppi per i posti disponibili alla Casa dello studente», sostenuto le famiglie sfrattate cavalcando l'onda dell'urgenza abitativa, puntato l'indice contro le basi militari. Una lotta a 360 gradi che ieri hanno ripercorso nella lunga giornata di festa iniziata in piazza Carlo Alberto con il Mercatino Pirata e «distribuzione contadina autorganizzata di prodotti alimentari made in Sardigna», e conclusa tra le mura della vecchia scuola.
«Sono trascorsi 365 giorni da quando abbiamo deciso di dare una risposta concreta ai problemi che da anni ci attanagliano, dal caro-libri al taglio alle borse di studio, dai posti-letto nelle case dello studente passando per la condizione disastrosa dei trasporti e un costo della vita sempre più insostenibile», commentano. «Abbiamo provato a costruire un luogo che potesse rispondere ai bisogni e alle esigenze di molte fasce della popolazione cagliaritana e sarda. Sa Domu è un'esperienza di riappropriazione e di rottura, una pratica da riprodurre».
Sara Marci