VOTO 2016. Il giornalista in campo con la lista civica “La QuintaA”
Scommette su Cagliari e indica un percorso virtuoso sintetizzato da cinque voci: area, acqua, ambiente, arte, accoglienza. Da qui il nome: “La quinta A”, movimento che si presenta alle amministrative con Paolo Matta candidato sindaco. Stampacino, 61 anni, laurea in Scienze politiche (Organizzazione internazionale), giornalista, Matta indica il metodo e la filosofia del movimento: «Lungi dalla “QuintaA” la pretesa di rappresentare il mondo cattolico cagliaritano. Si tratta però di un'assunzione di responsabilità giunta a maturazione anche e soprattutto in questi primi anni di pontificato di Papa Francesco».
La “QuintaA” non avrà sedi elettorali, «né sposeremo i canoni classici della campagna elettorale, dai maxi manifesti a cene e happening vari». Se al momento, sottolinea Matta, «il movimento sta facendo sintesi attorno al mio nome, resta centrale il progetto politico, che potrebbe portare anche all'individuazione di nuovi nomi».
Ma è attorno al giornalista che “La QuintaA” ha deciso di investire entusiasmo e voglia di partecipazione. «Da almeno dieci anni», spiega Matta, per anni volto di punta di Videolina, «un variegato e composito gruppo, di chiara matrice e ispirazione cattolica, ha portato avanti una seria, attenta, approfondita riflessione su Cagliari e la sua amministrazione».
Perché la decisione di misurarsi alle urne. «Dopo la soppressione delle Circoscrizioni, cerniera fra Palazzo Bacaredda e la cittadinanza, è venuta a mancare questa preziosa e salutare mediazione fra le istanze dei quartieri e l'Esecutivo cittadino. Oggi questo ruolo, in regime di supplenza, in parte è ricoperto dalle 34 parrocchie nelle quali è suddivisa la “rete ecclesiale urbana ed extra-urbana”, dal laicato cristiano organizzato in associazioni, e movimenti, dalla galassia del volontariato. In altra parte dal sindacato, dai circoli e sezioni di partito, da organismi socio-culturali».
Il messaggio di Papa Francesco intercettato dal movimento. «La Quinta A fa sua e rilancia soprattutto un'assunzione di responsabilità alla quale Papa Francesco, anche nella sua visita a Cagliari di due anni fa, non cessa di richiamare i cattolici. Ripartire quindi dalla “periferia”, intesa non solo territorialmente, per rimettere al centro del progetto politico, anche cittadino, la persona umana, l'uomo in situazione, i suoi bisogni primari a cominciare dal lavoro, dal diritto alla casa, alla cultura, ma soprattutto all'accoglienza e all'ascolto».
L'importanza dell'ascolto: «Crediamo che Cagliari abbia bisogno di una stagione di accoglienza e ascolto, non a caso la quinta “A” del progetto politico che intendiamo proporre in occasione delle prossime amministrative». L'invito a chi non vota: «Oggi un cagliaritano su due dice che non andrà a votare. Vorremmo convincere questa metà di elettorato che vale ancora la pena di scommettere su Cagliari».
Pietro Picciau