GIARDINI PUBBLICI. Domani l'inaugurazione con una performance su Antonio Gramsci
Nuova area espositiva nei vecchi rifugi antiaereo restaurati
«Non chiamateli più “grottoni”, questa definizione da oggi va in pensione». Enrica Puggioni, assessore comunale alla Cultura, introduce così la presentazione di CarteC (un acronimo, con l'ultima c al rovescio per significare la cavità e non dimenticare che i grottoni erano dei rifugi antiaereo della Seconda guerra mondiale), ovvero Cava Arte Contemporanea, la trasformazione in spazio espositivo di un luogo rimasto nella memoria dei cagliaritani. I Giardini pubblici, dunque, si arricchiscono. E il ventre del costone di pietra sedimentaria, l'incubo dei bimbi di qualche generazione fa, da domenica sarà aperto ai visitatori.
BESTIE FEROCI «Mia madre mi diceva che in quelle grotte c'erano delle bestie feroci - racconta sorridendo il sindaco Massimo Zedda - ero piccolo e queste parole sono bastate per impedirmi di entrarci. Non credo di essere stato il solo a non averle viste. A parte i ricordi, per la città è un luogo simbolo, non a caso il viale è intitolato alle Vittime dei bombardamenti del 1943. È un nuovo passo verso un progetto complessivo che mira a ripensare tutti gli spazi intorno ai Giardini, compreso, ovviamente, Buoncammino».
LA GUERRA Quindi, la visita nell'antro della roccia. Cinque locali comunicanti, dov'è ancora possibile apprezzare, sotto la parete della camera centrale, dei gradini su cui sedevano quanti cercavano riparo dalle bombe sganciate dalle forze aeree anglo-americane. Ora è un'altra cosa. L'aggiunta dei pannelli, dell'illuminazione e dell'impianto di climatizzazione ha certamente stravolto l'aspetto originario, ma non più di tento. Nel senso che si percepisce ancora la sensazione di ciò che sono stati i grottoni. E senza nemmeno scomodare il Medioevo, quando buona parte delle abitazioni di Cagliari venivano costruite con la pietra estratta proprio dal costone.
L'APERTURA Domani, la prima performance-installazione “Un uomo del sud - Tra i due mondi”, realizzata per “Cagliari Capitale italiana della cultura 2015” da Maria Papadimitriou (l'artista greca che ha rappresentato il suo Paese alla Biennale di Venezia con il padiglione Agrimikà), sintesi di un soggiorno cagliaritano dedicata ad Antonio Gramsci. A far da scenario, proprio queste grotte che apriranno ufficialmente al pubblico per l'occasione. L'artista, ieri mattina, si è soffermata sulla figura del pensatore di Ales e sulle sue poesie scritte durante la detenzione.
GLI EVENTI Ma sarà solo un assaggio del ricco programma di eventi che l'assessorato ha intenzione di mettere in atto. L'arte contemporanea dovrebbe farla da padrone. Dal 20 dicembre, e sino al prossimo aprile, nelle grotte sarà ospitato “The Cave”, un progetto di Cristian Chironi, artista che utilizza una varietà di linguaggi, dalla fotografia ai video, dalle performance al disegno. Un lavoro, curato da Anna Maria Montaldo, in grado di trasformare le grotte in una sorta di cantiere, di fucina della creatività.
I COSTI Ecco, l'idea di Enrica Puggioni e del suo staff, che poi è quella che sta perseguendo da anni, è di riuscire a restituire a Cagliari i suoi spazi, in particolare quelli rimasti inutilizzati per mille ragioni. L'operazione grottoni, alla resa dei conti, è costata circa mezzo milione di euro, ma alla sua importanza è difficile attribuire un valore. Intanto perché è il completamento dei Giardini pubblici, e la necessaria appendice alla Galleria comunale d'arte. E poi, aspetto da non trascurare, si trova in una posizione invidiabile e in un contesto unico.
Ieri mattina, intorno ai due monumentali ficus, c'era chi leggeva il giornale, chi era intento in esercizi di tai chi, chi, semplicemente, passeggiava. Con l'apertura delle grotte alle esposizioni, si amplierà anche la varietà dei fruitori di questo splendido angolo della città.
Vito Fiori