Quando la politica è incapace di svolgere il suo ruolo la parola passa ai giudici. Così anche per la vicenda del rudere dell'ex ospedale Marino che deturpa la spiaggia del Poetto. Giovedì, per la prima udienza di fronte al Tribunale amministrativo regionale, si incontreranno i due protagonisti: la Regione e la Prosperius, la società toscana che si è aggiudicata la gara per la concessione dell'edificio realizzato da Ubaldo Badas e la sua trasformazione in centro di riabilitazione con 80 posti letto. «Non si sono mai degnati di darci una risposta. Neanche un cenno alla diffida formale comunicata a febbraio. Niente», dice sconsolato Mario Bigazzi, titolare della Properius. «Per questo chiediamo al Tar di obbligare la Regione a firmare il contratto o a nominare un commissario che prenda di fatto il suo posto».
In pratica, la Regione prima assegna la concessione dell'edificio alla società toscana, poi non firma l'accreditamento. La Prosperius che dovrebbe gestire l'ex ospedale (pagando il canone) per poi restituirlo alla Regione tra mezzo secolo, può ristrutturare l'edificio e riconvertirlo in ospedale, ma non fare ricoveri riabilitativi. E come se in un cimitero non fossero vietate le sepolture.
Come andrà a finire? «Chiederemo i danni, poi saranno i giudici del Tar a decidere», conclude Bigazzi. (a. a.)