Il progetto della Regione per il vecchio compendio militare ormai ridotto a un rudere
Un assessorato e un parco urbano nell'area della “Trieste”
La rete metallica non serve a nascondere spazzatura e degrado nella facciata della vecchia caserma Trieste anzi, meglio, di quel che ne resta. Cioè, un'autentica schifezza. Un vecchio giaccone super liso appeso a una trave manco fosse una bandiera, lattine e bottiglie di birra, buste di plastica zeppe di rifiuti, erbacce alte due metri a nascondere una popolazione di ratti che cresce indisturbata e i colori, questi sì, apprezzabili, impressi da qualche writer sfaccendato.
CONTRASTI Non è esattamente una vista meravigliosa quella che si para davanti agli occhi di chi percorre viale Trieste. Soprattutto, pensando che di fronte ci sono i palazzi moderni di Poste italiane, di una banca e un edificio della Regione. Insomma, un pugno in faccia. E a proposito di Regione, proprietaria di questo angolo di Cagliari che un tempo era demanio militare, è tornata in auge l'idea dell'allora presidente Renato Soru - idea forse mai abbandonata - di realizzare degli uffici sui 17 mila metri quadri di superficie, per intendersi, un'estensione più ampia di due campi di calcio. Non è poco. Attualmente, i manufatti rimasti in piedi e quelli parzialmente crollati assommano volumetrie risibili, meno di 10 mila metri cubi. Ma è chiaro che nell'eventualità di una trasformazione radicale dell'area, occorrerà rivedere anche i volumi.
TECNICI AL LAVORO Intanto, i tecnici regionali stanno sondando il terreno. «C'è un dialogo aperto con la Soprintendenza ai beni archeologici - dice Antonella Giglio, direttore generale dell'assessorato Enti locali e Finanze - l'ex caserma è nella stessa direttrice storica del Corso Vittorio Emanuele, dove sono stati ritrovati degli interessanti reperti. Per questo, prima di qualsiasi lavoro bisogna valutare ogni aspetto».
SPAZI NUOVI Il progetto degli uffici non è stato dunque accantonato. «Assolutamente no. L'intenzione della Giunta regionale è di costruire gli spazi per l'assessorato al Lavoro, oggi in affitto. Ma non ci saranno solo uffici, almeno per quanto riguardo l'ipotesi progettuale. Abbiamo anche sottoscritto un accordo di programma con l'amministrazione comunale e trovato l'accordo per arrivare a una fruizione mista dell'area. Insieme ai ruderi, sono cresciuti degli alberi che hanno creato nel tempo una piccola foresta. Ecco, una parte dell'ex compendio militare diventerà un parco urbano».
ROMANTICISMI E addio all'indecorosa immagine odierna a cui i cagliaritani non riescono proprio ad abituarsi. «Speriamo nel più breve tempo possibile», si augura Antonella Giglio. Burocrazia permettendo, naturalmente. Pensare che il Cagliari calcio, nel 1920, fece il suo esordio nel campo ricavato all'interno dello “stallaggio Meloni” (così veniva chiamata l'area) prima di essere trasformato in caserma, sa tanto di romantico quanto di inutile.
PROGETTO E FATTIBILITÀ Adesso si guarda avanti, cercando di razionalizzare al massimo risorse e obiettivi. Se il precedente progetto di Soru, che intendeva creare la cittadella regionale tra viale Trento, viale Trieste e via Santa Gilla, prevedeva alcune decine di migliaia di metri cubi (intorno agli 80 mila), quello nuovo ridurrà la quantità di cemento armato al minimo indispensabile. Prima, infatti, si parlava di un paio di assessorati e di società collegate da sistemare nella ex caserma.
Ora sarà sufficiente organizzare gli uffici di un assessorato e di altri enti, per risolvere un problema esistente. Lo studio di fattibilità, affidato alla Sfirs, ha già superato positivamente le prime fasi, resta solamente da attendere il tempo necessario per il disbrigo delle pratiche da un ufficio all'altro e l'eventuale valutazione dei reperti archeologici nei possibili ritrovamenti. Di sicuro, non si tratterà di mesi ma, è più verosimile, di qualche anno.
Vito Fiori