Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lo scippo di Buoncammino: lo Stato si riprende il carcere

Fonte: L'Unione Sarda
30 novembre 2015

Ospita già vari uffici, il progetto di un'area per Cagliari tramonta nel silenzio 

La Regione sta ferma, si muove lo Stato. Che tiene o si riprende palazzi e terreni finiti al centro di grandi polemiche e battaglie, combattute più con le chiacchiere che con i fatti. A comandare invece sono progetti e soldi, da investire oppure da risparmiare.
L'ex carcere di Buoncammino, svuotato da un anno esatto, nel mondo ideale è diventato un museo e un centro culturale polivalente, qualcuno voleva farci un casinò. In quello reale l'Agenzia del Demanio, proprietaria, ci ha trasferito gli uffici del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), l'Uepe (Ufficio per l'esecuzione penale esterna), parte degli archivi di Corte d'appello e prefettura e la commissione per l'immigrazione.
Strutture prima ospitate in locali presi in affitto. Il risparmio stimato è di mezzo milione all'anno. E i traslochi potrebbero non essere finiti. La sveglia sul futuro del vecchio penitenziario cagliaritano suona da Sassari. Qui i giochi sono fatti: è pronto il bando dell'Agenzia per lo studio di fattibilità che porterà alla trasformazione di San Sebastiano in sede degli uffici giudiziari.
BENI INFRUTTIFERI Fuori dalle sbarre, tornando nel capoluogo regionale, la musica non cambia. Via Simeto, ex deposito dell'Aeronautica, tre ettari che il ministero della Difesa ha dichiarato dismissibili nel 2008. La Regione ha nicchiato, è arrivata l'Agenzia delle entrate con un progetto già pronto da 12,5 milioni: lì nascerà il suo polo di uffici e verranno trasferite tutte le sedi sparse per la città.
Lo Stato rivuole anche beni già ceduti: l'Esercito ha già chiesto indietro un gioiello sul mare che era stato simbolo della contestata presenza militare a Cagliari, la palazzina degli ex alloggi ufficiali a Calamosca, liberata sette anni fa. Da allora è murata e abbandonata. L'emblema della gestione degli immobili di proprietà regionale: un patrimonio che vale 724 milioni di euro e ne fa fruttare 1,4. Un misero 0,2 per cento.
LE CARCERI «Siamo sempre aperti alla concertazione con Regione e Comune, in attesa di progetti per il futuro dell'ex carcere. Intanto, ma è una soluzione provvisoria, ci abbiamo trasferito alcuni enti per risparmiare sulle locazioni passive»: Rita Soddu è la direttrice regionale dell'Agenzia del Demanio. È rimasta fuori dalle polemiche su Buoncammino, ma ha firmato atti. Il Dap pagava 150mila euro per l'affitto degli uffici in via Tuveri, quelli dell'Uepe costavano 100mila. Poi sono spuntate le esigenze di spazio per gli archivi del tribunale e della prefettura.
E con l'emergenza migranti si è trovato anche uno spazio per la commissione governativa che deve controllare i centri di accoglienza. «Un risparmio da poco meno di 500mila euro per le casse pubbliche», spiega Soddu. Che non commenta i piani sbandierati dagli enti locali, mai messi su carta con coperture finanziarie.
I soldi ci sono invece per un altro ex carcere, San Sebastiano a Sassari. Corte d'appello e giudici di pace, al nord, ora pagano due milioni di euro all'anno. In corsa ci sono 60mila euro per il bando, in pubblicazione a gennaio, per il perfezionamento dello studio di fattibilità per il trasloco nell'ex carcere, con i suoi 18mila metri quadri. Costo totale dell'operazione: 12 milioni. Prevista anche un'ala museo, per ricordare cosa è stato San Sebastiano. E se il Demanio avesse i soldi anche per Cagliari?
EX SERVITÙ Perché dopo anni d'inerzia vince chi agisce. Come ha fatto l'Agenzia delle entrate. Ora la struttura è distribuita tra la cittadella finanziaria di Pirri, uno stabile in via Jenner e una sede in via Bacaredda, che prima di alcuni traslochi in immobili di proprietà costavano 5 milioni in locazioni ogni 12 mesi. Tutto sarà concentrato in via Simeto, nei quasi 30mila metri quadri degli ex magazzini dell'Aeronautica.
Un'intesa Stato-Regione nel 2008 aveva stabilito che quell'area non era più utile per esigenze nazionali, la Sardegna avrebbe dovuto fornire uno spazio alternativo per le poche cose che rimanevano da sistemare (con spese però a carico dell'Isola). Non lo ha fatto, anche se da viale Trento pare sia arrivato qualche recente timido segnale. Ora il Tesoro investe 12,5 milioni, c'è da preparare l'appalto. L'avvio dei lavori è previsto entro i primi mesi del 2017.
Silenzio totale sul palazzotto di Calamosca vista mare, riconquistato nell'era Soru. Cade a pezzi. E i militari lo sanno. Tanto che in Regione c'è una lettera, firmata dal generale dell'Esercito Claudio Tozzi, datata 24 luglio 2014. Dice: ve l'abbiamo restituita, non la usate ma noi abbiamo bisogno di alloggi per ufficiali, se ce la ridate potremmo anche liberare l'ospedale militare di via Azuni. Risposte: nessuna. Anche se qualcosa si è mosso per l'ex deposito di Monte Urpinu e l'area dell'ex caserma Trieste.
Enrico Fresu