La riforma degli Enti locali potrebbe diventare il crocevia di questa legislatura regionale. Viste le reazioni e le dure prese di posizione da parte di pezzi della maggioranza e degli amministratori locali, il riordino del governo del territorio è diventato un duro banco di prova per la Giunta.
Non solo, se prima c'è stata la semplificazione di un nord che reclamava contro lo strapotere di Cagliari diventata Città metropolitana, adesso ad alzare la voce sono anche i rappresentanti del centro Sardegna. Tutti chiedono di modificare il testo e accogliere le richieste dei territori che sono però molto diverse tra loro, tanto che resta da verificare quanto sia possibile fare una sintesi. La legge, ha ribadito il presidente Pigliaru minacciando le dimissioni, non si tocca almeno nel suo schema fondamentale, così come nessun passo indietro importante sembra intenzionato a compiere l'assessore Cristiano Erriu. Cominciano a emergere anche le critiche dell'opposizione con il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Pietro Pittalis che chiede di «ritirare la proposta della Giunta e ripartire dall'ascolto». Mentre il collega dell'Udc Gianluigi Rubiu sostiene che il quadro della riforma sia «desolante e impietoso, un disegno di legge inadeguato e pasticciato». Il segretario del Psd'Az Christian Solinas chiarisce la posizione del partito: «Non si può fare una riforma a compartimenti stagni. La Regione deve essere il luogo di sintesi per una riorganizzazione complessiva in cui Cagliari cresce grazie allo sviluppo di tutti i territori». (m.s.)