SASSARI. Forse neanche lui credeva alla fine di diventare l’anima più rossa di Sel. Michele Piras non nasconde la sua sorpresa per come si è chiusa l’assemblea. «Abbiamo deciso di abbandonare i...
di Luca Rojch
SASSARI. Forse neanche lui credeva alla fine di diventare l’anima più rossa di Sel. Michele Piras non nasconde la sua sorpresa per come si è chiusa l’assemblea. «Abbiamo deciso di abbandonare i lavori – spiega – perché non condividiamo una linea in netto contrasto con le indicazioni arrivate dal congresso nazionale». Piras e il suo gruppo non hanno votato il documento che allontana Sel da Sinistra Italiana nell’isola. Il deputato al contrario dal primo minuto è entrato nel gruppo di SI alla Camera. «Il primo passo di un processo deciso da Sel e che porterà alla fine del 2016 in un nuovo partito».
Il Pd. Piras con la solita onestà intellettuale non gira troppo intorno agli argomenti. «In questo momento non condivido la politica di Renzi – afferma –. Credo sia abbastanza semplice da cogliere. Le sue scelte e i suoi compagni di governo, da Denis Verdini ad Angelino Alfano, sono quanto di più lontano possa esserci dall’idea che io ho della sinistra. Le politiche del governo sul lavoro, sul sociale, sulla scuola non hanno nulla di sinistra». Ciò che separa di più le due anime di Sel sia proprio il rapporto con il Pd.
Zedda. L’altro nodo che sembra aver creato maggiori incomprensioni è la ricandidatura di Massimo Zedda come sindaco di Cagliari. Il Pd non gradirebbe la nascita di Si nell’isola. Come conseguenza potrebbe rimettere in gioco la scelta di Zedda come candidato unico. Ma Piras sostiene la candidatura di Zedda a Cagliari e l’alleanza con il Pd alle amministrative.
Indipendentismo. Piras non condivide la scelta di una federazione. «Io non sono indipendentista, come non lo era Emilio Lussu. Sono per la costruzione di una sinistra che rappresenti l’unicità sarda e ne porti avanti i valori».
Piras vs Uras. Piras non nasconde il suo rapporto complesso con Uras. «Beh forse le posizioni più radicali sono le nostre – spiega –. So che lui continua pensare come strategico il rapporto col Pd. Io penso che possa esser programmatico dove si può fare. Per Me il renzismo ha un vizio invincibile. Io sono più netto, lui più smussato. Questo non significa che dalla discussione si possa arrivare a una sintesi. Al contrario. Sono convinto che sia più interessante discutere con chi non la pensa come te».
E ora? «E ora chi va avanti per la strada che porta il partito verso una federazione con Irs e Rossomori e non segue la linea tracciata a Roma commette un errore – continua Piras –. Il partito sardo federato non esiste. La direzione del 24 ottobre ha dato linee precise che ci portano a Sinistra Italiana. Non si può andare per proprio conto. E la Sardegna è l’unica regione che non segue in queste ore le direttive nazionali».
La distanza. «Sul punto politico la distanza è tantissima – conclude Piras –. Ma sui nodi che riguardano l’isola non ci sono divergenze. Sono convinto che Zedda debba essere sostenuto. Così come dobbiamo restare in Regione all’interno della giunta Pigliaru e portare avanti l’esperienza di governo. La differenza è tutta sul percorso che deve fare il partito. Ma sono convinto ci sia ancora spazio per il dialogo e la mediazione».
Sinistra Italiana. E mentre discute Piras stasera con due esponenti di peso nazionale presenta nell’isola per la prima volta Sinistra Italiana.
Con lui ci saranno Alfredo D’Attorre, che ha lasciato qualche settimana fa il Pd, e Marco Furfaro, esponente di Sel, già candidato alle Europee nella Lista Tsipras. Ma forse non tutti nel suo partito saranno felicissimi di vedere la nuova formazione politica, per ora solo parlamentare.