In un anno sono state ricoperte cinquemila voragini
«Ventun minuti in media per un intervento, tempi da soccorso sanitario». Il Comune festeggia un anno del servizio Gestione strade, la task force operativa 24 ore su 24 che tappa le buche nelle strade, sistema i marciapiedi e ripristina la segnaletica. Una media di 15 buche chiuse ogni giorno, un dato alterato dalle 141 buche del primo mese di interventi, per un totale di 5.164 voragini ricoperte in un anno.
«Prima si facevano appalti di sei mesi, con tempi morti tra un bando e l'altro, poi abbiamo deciso di puntare su un servizio di eccellenza», spiega il sindaco Massimo Zedda, «abbiamo messo in campo un tesoretto di 15 milioni ma tutti i progetti speciali in corso nelle piazze e in altri luoghi sono fuori da questo computo». Il sindaco ha sottolineato il fatto che le buche in strada si formano quasi sempre per perdite di Abbanoa e i ripristini fatti da Enel e Telecom sono spesso di bassa qualità: «I vigili urbani si occuperanno di controllare i lavori e sanzionare in caso di interventi scadenti».
Una squadra di 80 operai seguita da 10 impiegati («tutti sardi»): «Un servizio innovativo che si occupa di gestire la manutenzione programmata, le emergenze e il transennamento», spiega la vicesindaca Luisa Anna Marras, «ma anche un'importante opera di monitoraggio costante che permette di individuare eventuali altri problemi sulla rete stradale e prendere immediati provvedimenti». 800-116-444 è il numero del call center che in un anno ha ricevuto 3.460 chiamate. «Gli interventi sul patrimonio stradale sono distribuiti in modo equo», spiega Claudio Nardecchia amministratore delegato di Avr, la società che controlla Cagliari gestione strade, «tra segnaletica orizzontale, quella verticale, interventi sulla sede stradale e marciapiedi». Quasi 700 le chiamate che hanno portato a lavori urgenti realizzati con un attesa media di 21 minuti. «Questo rapporto diretto coi cittadini serve a stimolare la partecipazione», commenta Maurizio Chessa, presidente della commissione Lavori pubblici.
Marcello Zasso