Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il capo del ministero “assolve” Zedda

Fonte: La Nuova Sardegna
20 novembre 2015


Nastasi: «Voleva portare aria fresca al Lirico dopo diverse gestioni poco brillanti, legittima la nomina della Crivellenti»
di Mauro Lissia
 

CAGLIARI. «La manifestazione d’interesse? Non è mai stata obbligatoria per la scelta dei sovrintendenti e comunque ho detto io a Massimo Zedda che se i nomi dei candidati non erano soddisfacenti poteva benissimo proporne un altro di sua fiducia»: parole di Salvo Nastasi, l’ex potentissimo direttore generale del ministero dei Beni culturali, l’uomo che per anni ha seguito le fondazioni liriche italiane ed è stato il riferimento statale per la musica lirica. Chiamato a testimoniare dall’accusa, al processo in cui il sindaco di Cagliari è imputato di due abusi d’ufficio per la vicenda Crivellenti e il siluramento di un membro del consiglio di amministrazione, Nastasi si è trasformato nel corso dell’udienza in un’arma letale per la difesa. A voce altissima e mostrando grande padronanza della materia, Nastasi ha smontato pezzo a pezzo le tesi del pm Giangiacomo Pilia, offrendo al tribunale presieduto da Claudio Gatti una lettura alternativa dei fatti contestati dalla Procura: «Nominare una persona esterna all’elenco dei candidati era un diritto del presidente e gliel’ho detto - ha spiegato il dirigente ministeriale - tra l’altro era già accaduto a Bologna, dove il prefetto Anna Maria Cancellieri (poi ministro della giustizia, ndr), nelle vesti di commissario saltò il bando pubblico che aveva ereditato dal sovrintendente uscente per indicare il nome di Ernani». Zedda quindi, a sentire l’ex numero uno del settore spettacoli dal vivo, ha seguito nella scelta della Crivellenti un tracciato legittimo. Ha riferito ancora Nastasi: «Un giorno di fine 2012 Zedda mi ha detto che aveva trovato il candidato giusto, gli ho consigliato di nominarlo subito perché era già in forte ritardo e il problema andava risolto». Il dirigente ha confermato in pieno la linea sostenuta fin dall’istruttoria dai difensori Giuseppe Macciotta e Fabio Pili: «Zedda mi disse che voleva cambiare le cose, che desiderava una gestione del teatro lirico diversa, lontana dagli sprechi del passato. E aveva ragione, perché il lirico di Cagliari veniva da gestioni poco brillanti, gestioni che avevano depauperato il patrimonio della Fondazione».
Rispondendo alle domande dell’avvocato Pili, il testimone ha confermato che già nel 2004 il ministero aveva sollevato pesanti rilievi alla Fondazione cagliaritana, riferiti anche al deficit di bilancio: «Zedda era preoccupato - ha detto Nastasi - appena insediato alla presidenza del teatro aveva trovato una situazione finanziaria difficile. Voleva aria nuova, lo aiutai a contattare Carlo Fontana (un nome di altissimo prestigio negli ambienti musicali, ndr) ma lui non volle muoversi. Poi andò a Parma a sostituire Mauro Meli, che aveva lasciato il teatro in una situazione poco brillante. Ancora adesso Parma è un disastro».
L’ex direttore artistico Massimo Biscardi ha riferito sulla «percezione negativa» che la gestione Crivellenti avrebbe provocato negli ambienti musicali per il teatro di Cagliari, ma ha dovuto ricredersi quando l’avvocato Pili gli ha ricordato i numeri della gestione Meli («il lirico aveva un’esposizione di 25 milioni e lei c’era, ricorda?») e il piccolo attivo registrato nell’esercizio attribuibile alla Crivellenti: 29 mila euro. Chiamata dal pm Pilia, l’ex sovrintendente ha confermato di aver
conosciuto Zedda in un incontro a Cagliari cui partecipò Claudio Fava e ha ricordato la «violenza degli attacchi personali» subìti al suo ingresso in teatro: «Io e i miei collaboratori sapevamo però che cosa fare - ha spiegato - e siamo riusciti ad andare avanti».
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