Si rafforzano le misure di prevenzione ma la Sardegna non è tra le regioni più a rischio
Cagliari e la Costa Smeralda sono tra le aree più sorvegliate Parigi e Tunisi insegnano: il terrorismo colpisce in ogni momento, in qualsiasi luogo. I kamikaze e gli attentatori dell'Isis spargono morte dappertutto: sedi di giornali, musei, stadi, pub, teatri. Ammazzano senza badare a età, sesso e religione delle loro vittime. La regola è: non avere regole. Anche in Sardegna dunque i bersagli di eventuali attacchi (per il momento gli investigatori ritengono che non ci siano elementi consistenti per inserire l'Isola tra le regioni a rischio terroristico) sono molteplici. In cima alla lista però ci sono Cagliari e la Costa Smeralda (la località sarda più famosa nel mondo). E nei Tribunali gli uomini della sicurezza hanno indossato i giubbotti antiproiettile.
POSSIBILI OBIETTIVI Nell'Isola ci sono i siti ritenuti a rischio 365 giorni all'anno: porti, aeroporti, stazioni ferroviarie e di autobus, luoghi di culto, sedi istituzionali, consolati sono possibili obiettivi di attacchi terroristici. Per questo, come disposto dal ministro dell'Interno, si è passati al secondo livello d'allerta. I controlli e i servizi in Sardegna sono cresciuti anche se le forze di polizia devono fare i conti con i numeri ridotti di mezzi e uomini. Nel capoluogo l'esordio degli agenti speciali dell'Unità operativa di primo intervento (Uopi) è stato accelerato: da lunedì sono in azione su Cagliari. Il primo compito speciale, come disposto dal questore, è stato il controllo dei turisti sbarcati dalle navi da crociera martedì e ieri. La bonifica delle aree, come sempre, è stata svolta da artificieri e unità cinofile. Gli agenti antiterrorismo hanno controllato i crocieristi a distanza, in alcuni spostamenti nelle vie della città e verso la spiaggia del Poetto. Attenzione massima sugli scali aeroportuali di Elmas, Olbia e Alghero, così come sui porti (oltre a quelli commerciale e industriale di Cagliari) di Golfo Aranci e Arbatax, e su fabbriche e industrie. Si è innalzato il livello di sicurezza anche nei Tribunali sardi.
EVENTI E MANIFESTAZIONI Ci sono poi manifestazioni sportive, concerti, spettacoli teatrali, mostre ed esposizioni in musei: volta per volta le forze di polizia stabiliranno il grado di criticità del singolo evento. Anche le partite di calcio del Cagliari al Sant'Elia (visto quanto avvenuto allo Stade de France e ad Hannover, con l'allarme bomba e il conseguente annullamento della sfida amichevole tra Germania e Olanda) avranno un'attenzione particolare. Oltre al consueto servizio di sicurezza, ci sarà un'attività di prevenzione e bonifica maggiore prima della gara. Dovrebbero entrare in azione (nessuna notizia trapela però dalla questura di Cagliari, che predisporrà volta per volta i servizi mantenendo un livello di segretezza massimo) anche gli agenti speciali: il loro raggio d'azione potrebbe essere l'area intorno allo stadio e le principali strade d'accesso. Anche le manifestazioni, i concerti, le serate in locali notturni, teatri e discoteche rientreranno in appositi servizi di controllo. Sempre a Cagliari, ci sarà una particolare attenzione per gli eventi che si svolgeranno nel quartiere fieristico dove si ritroveranno migliaia di persone.
CHIESE E CONSOLATI Tutte le unità investigative della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di finanza stanno analizzando ogni eventuale notizia “confidenziale” per poter predisporre dei servizi appositi. Oltre ai locali maggiormente frequentati dai giovani, sono osservati speciali i luoghi di culto e i consolati. Anche fabbriche e industrie (le poche sopravvissute nell'Isola) rientrano nella lista dei possibili obiettivi. Le aree militari non sarebbero a rischio.
LE INDAGINI «Nessuno può ritenersi un “non obiettivo” dei terroristi. Dobbiamo essere pronti ad affrontare qualsiasi situazione di crisi». Il questore del capoluogo, Danilo Gagliardi, non ha usato nei giorni scorsi giri di parole per fotografare la situazione di “allerta” anche in Sardegna. Gli accertamenti su eventuali personaggi sospetti che vivono nell'Isola si sono fatti più stringenti. Il questore di Sassari sta insistendo per l'espulsione di un giovane studente pachistano, che ha vissuto a Olbia, che su Facebook inneggiava alla jihad. Stessa richiesta per altre due persone che, secondo la Digos, hanno avuto rapporti stretti con il “circuito arabo pachistano di Olbia” con presunti collegamenti con alcune cellule terroristiche.
Matteo Vercelli