Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Voleva la Crivellenti» I testi: così Zedda la nominò sovrintendente

Fonte: L'Unione Sarda
19 novembre 2015

TEATRO LIRICO.

Abuso d'ufficio: al processo sfilano gli accusatori

Valutate le capacità di chi nell'estate 2012 aveva partecipato alla manifestazione di interesse per diventare sovrintendente del Lirico, il presidente Massimo Zedda si era detto «insoddifatto del livello dei candidati». Voleva «cambiare, dare aria nuova» all'ente. Per lui «la persona giusta era Marcella Crivellenti», nome «noto nel mondo dello spettacolo» e del quale parlò «molto bene» l'attore «Giorgio Albertazzi». Ma come non tener conto della selezione, alla quale l'ex addetta alla biglietteria del teatro non aveva preso parte? «Non era necessaria, spesso i migliori non partecipano. Dissi al sindaco che aveva il diritto di andare davanti al cda, allargare la platea e scegliere chi voleva». E l'incarico fu dato alla donna.
La sintesi sulla genesi della decisione è di Salvatore Nastasi, direttore generale degli spettacoli dal vivo del ministero dei Beni culturali (vigila sulle Fondazioni liriche) ascoltato ieri come testimone dai giudici della prima sezione penale nel processo che vede Zedda sotto accusa per un doppio abuso d'ufficio: il primo legato alla nomina fatta saltando la procedura pubblica, il secondo all'estromissione dal consiglio di amministrazione di Giorgio Baggiani. Iniziative bocciate dal Tar e all'origine dell'inchiesta del pm Giangiacomo Pilia che ha convocato undici persone (Crivellenti compresa) per fare il resoconto di un'estate “calda” e di tre riunioni del cda tesissime. «Il 15 ottobre 2012», quando parte del consiglio voleva revocare alla sovrintendente l'incarico avuto due settimane prima, «i consiglieri Felicetto Contu, Oscar Serci e Gualtiero Cualbu, poi seguiti da Maurizio Porcelli, uscirono dalla stanza tra i boati da stadio di chi stava all'esterno», ha spiegato il loro collega Cristiano Cincotti.
Il clima al Lirico era incandescente fin da quando il 21 settembre Zedda propose la manager ignorando le 44 persone che avevano partecipato al bando. «Il presidente ne distribuì il curriculum, disse di conoscerla personalmente e di aver condiviso quel nome col ministero. Chiese se qualcuno avesse altre proposte. Nessuno ne fece», ha sottolineato Francesca Nocera, revisore dei conti del Lirico. «Era stata portata come persona di sua grande fiducia con l'intento preciso di risanare il Teatro», ha aggiunto Anna Cristina Cabras, presidente del collegio dei revisori. «Era stata raccomandata dal sottosegretario Gianni Letta, lo sapevano tutti», ha specificato però Nicola Massimo Biscardi, in passato direttore artistico a Cagliari ora alla guida del Petruzzelli di Bari. In ogni caso il primo ottobre la proposta fu accolta «all'unanimità»: risultato, ha puntualizzato Nocera, voluto dai consiglieri solo come atto di fiducia al sindaco e «per dare più forza e potere» al sovrintendente. «Per Serci votare contro significava sfiduciare il presidente». Anche Cualbu votò a favore ma «lasciò a verbale le sue riserve» e il 15 ottobre «con un parere legale che la riteneva illegittima chiese il ritiro della nomina in auto tutela». Poi ci fu l'uscita dall'aula: mancò il numero legale e non se ne fece nulla.
Ma per Cincotti, nel cda come uomo del Comune, era tutto regolare: «È come incaricare l'amministratore unico di una società. Si sceglie chi dà più fiducia, è il parametro principale». Stesso parere di Nastasi: «Anche a Bologna la nomina arrivò saltando la manifestazione di interesse. Il Tar annullò la scelta di Zedda, ma per noi era tutto a posto». Anche perché, forse, in passato «Cagliari ci diede molto da lavorare per tensioni sindacali e deficit di bilancio». Il riferimento è a Mauro Meli, sovrintendente dal '96 al '03 e poi ancora dopo Crivellenti. Nel primo periodo «ci fu un'esposizione di 25 milioni di euro», ha ammesso Biscardi, con Crivellenti «un attivo di 29 mila». Inoltre con lui nel 2014 «ci furono contrasti per emolumenti e durata del contratto», ha aggiunto Nocera. Cualbu «spingeva» per far salire oltre i 120 mila euro previsti (il Maestro era anche direttore artistico) e per allungare l'accordo (scadeva a novembre di quell'anno): «Zedda invece era per un maggior rigore», ha detto Cabras. E Crivellenti «prendeva una cifra stimata bassa rispetto ai predecessori». Nastasi ha ricordato anche che il sindaco in origine aveva pensato a Carlo Fontana, ex sovrintendente alla Scala di Milano: «Ma andò a Parma a sostituire Meli. Trovò un disastro». Si va al 16 dicembre.
Andrea Manunza