Hanno già trovato la scappatoia, gli inquinatori seriali di Santa Gilla, per aggirare l'ostacolo. La sbarra sistemata dall'impresa che in questi giorni sta bonificando la prima delle undici discariche tra Cagliari e Elmas per impedire l'accesso di auto e camioncini carichi di ingombranti, è servita a poco. Se lo stradello è vietato, meglio aprire una nuova via d'accesso tra la vegetazione per infilarsi nelle zone meno vigilate e poter scaricare rifiuti di ogni tipo.
Ad accorgersi dell'ennesima beffa - che fa venire cattivi pensieri a chi oggi vorrebbe mettere fine al fenomeno delle discariche sulle sponde della laguna - sono stati gli operai della società vincitrice dell'appalto.
Resta da sperare in una marcia indietro spontanea di chi da tempo, evidentemente, si è abituato a disfarsi di materassi, elettrodomestici, pneumatici e materiali edili di risulta, ma anche manufatti e sostanze ben più inquinanti come batterie d'auto esauste, barattoli di vernici e solventi. Un pentimento al quale pochi credono e un comportamento che richiede azioni di vigilanza e repressione ben più rigorose. Non soltanto in futuro, quando la bonifica delle prime undici discariche sarà completata, ma già ora, subito, visto che gli scellerati non mostrano alcuna intenzione di perdere tempo e fermarsi. Il rischio - lo hanno ribadito ieri in conferenza gli amministratori comunali - è che mentre si pulisce già si risporca. E quel sentiero inventato tra la vegetazione lacustre ne è un esempio lampante.
A. Pi.