Nonostante il sì del Consiglio comunale, la “Progetto calcio” aspetta da mesi il via libera per realizzare la Club house
Il presidente: porto via la squadra. Martedì una protesta
Il sindaco. «Sono stato appena informato dei problemi e ho avviato i contatti per cercare di risolverli. Non si può trattare e protestare».
Ora il quartiere è pronto alla rivolta. Mentre il Progetto Sant'Elia è in piena lotta per conquistare la promozione nel torneo calcistico di Eccellenza, i problemi legati alla riqualificazione del campo di via Schiavazzi sembrano non finire mai. E dopo mesi di progetti, fughe in avanti, esposti, ravvedimenti e regolari via libera rilasciati da commissione e Consiglio comunale, i lavori per la realizzazione della club house (già edificata in passato e poi rimossa, in attesa delle autorizzazioni) e di altre migliorie della struttura sportiva sembrano bloccate da pastoie burocratiche infinite. Tanto che il quartiere minaccia di rivoltarsi (per martedì è stata organizzata una manifestazione davanti al Municipio di via Roma), temendo che il disimpegno annunciato dal presidente del Progetto Sant'Elia Franco Cardia, che minaccia di portare la squadra a giocare altrove, possa concretizzarsi già con l'inizio della prossima stagione sportiva.
IL PIANO Il progetto per la riqualificazione del campo ha ricevuto l'ok del Consiglio comunale alla fine del gennaio scorso, dopo le polemiche suscitate da un esposto e da un successivo accertamento degli uffici preposti, che avevano rilevato che la club house prefabbricata era stata già installata. Contrattempo risolto con la rimozione della struttura prima dell'esame definitivo da parte dell'amministrazione. «Quando tutto sembrava risolto la vicenda ha preso una piega ancora più assurda», racconta il presidente Franco Cardia, «tanto che sto pensando di gettare la spugna: porterò via la squadra da Sant'Elia, e con me verrà anche il tappeto sintetico con il quale a mie spese ho migliorato il campo. E ancor prima valuterò la possibilità di presentare una denuncia per omissione d'atti d'ufficio».
LA PROTESTA Le ragioni dell'ira di Cardia, supportata dai tanti simpatizzanti che a Sant'Elia seguono da vicino le sorti di una società che si sta distinguendo non solo nel campionato di Promozione ma anche nella cura del settore giovanile (in collaborazione con la parrocchia guidata da don Marco Lai), sarebbero da ricercare nelle lungaggini della burocrazia comunale. «Subito dopo il via libera del Consiglio ho immediatamente presentato al Suap (lo sportello unico comunale voluto dalla Regione per accelerare i tempi nel rilascio delle autorizzazioni) le regolari richieste ed entro 22 giorni avrei dovuto ricevere una risposta».
LA CONFERENZA Il 18 febbraio, proprio alla scadenza dei termini, in Comune si è riunita la conferenza dei servizi, necessaria in quanto la zona di Sant'Elia è gravata da vincoli paesaggistici. «In quella sede il funzionario inviato della Regione disse che il loro parere non era ancora pronto», aggiunge Cardia, «scordando, evidentemente, che lo stesso ente si era già pronunciato in una precedente occasione e che un nuovo parere non sarebbe stato necessario».
«MI SEMBRA INCREDIBILE» Ma, a sentire Cardia, questo è bastato per far sospendere la riunione e aggiornarla al 4 marzo. «Già questo mi sembrava incredibile», aggiunge Cardia, «perché nella precedente fase tutte le carte erano state dichiarate in regola. Eppure anche la riunione del 4 marzo non si è svolta e tutto è stato nuovamente rinviato all'8 aprile. Questo non lo posso accettare. Ho avuto un incontro con il sindaco, al quale ho annunciato i miei propositi di abbandono». E mentre nel quartiere ci si prepara alla manifestazione di martedì in Comune si cerca di correre ai ripari:
IL SINDACO «Non credo sia opportuno organizzare o favorire una manifestazione di protesta mentre il sottoscritto sta cercando di seguire in prima persona la pratica», avvisa il sindaco Emilio Floris, «sono stato appena informato dei problemi e ho già avviato i contatti per cercare di risolverli. Ma non si può da una parte cercare una mediazione e poi sobillare la gente. Ci vuole serietà: tutto verrà risolto seguendo le regole e con soddisfazione delle parti in causa».
ANTHONY MURONI
22/03/2009