L’INTERVISTA 1/
Alessia Cesare ha finalmente raggiunto l’obiettivo della sua vita. Dopo un’esistenza passata tra i libri e ben otto anni di precariato ha ottenuto un posto di insegnante a tempo indeterminato grazie al piano di assunzioni per la scuola messo a punto dal Governo. La cosiddetta fase C del piano, ultimo passo dopo le fasi 0, A e B, ha portato l’assunzione nella scuola per 1451 sardi: la maggior parte di loro ha ottenuto il posto nella provincia scelta, evitando così quella che le proteste e i movimenti dei mesi scorsi hanno chiamato ‘deportazione’, alcuni invece dovranno lasciare la Sardegna con tutti i disagi che un lavoro fuori da casa comporta. Chi ha presentato domanda nell’agosto scorso non ha avuto molta scelta: la mancata candidatura all’interno del piano di assunzioni avrebbe portato all’esclusione dalle graduatorie per sempre.
Alessia Cesare, cagliaritana di 38 anni, una famiglia con una bambina piccola, ha conquistato l’abilitazione all’insegnamento nel 2007 per la classe di storia e filosofia; un anno dopo ha preso la specializzazione per il sostegno. Ha lavorato in una scuola paritaria per un anno (“con paghe molto basse, ma è necessario per acquisire punteggio”) e poi ha fatto supplenze nella provincia di Cagliari. Una vita da precaria, ma da questo momento cambierà tutto: dal 2016 avrà un posto di sostegno in una scuola del Cagliaritano.
Dove andrà a lavorare?
Ho ricevuto una proposta di assunzione nella provincia di Cagliari come insegnante di sostegno dell’area umanistica. Non ci è stata assegnata nessuna scuola ancora. I giochi in realtà sono tutti da fare, dovremo essere convocati per scegliere una sede in base al nostro punteggio e ci sarà da fare i conti col piano di mobilità straordinaria che coinvolgerà anche i colleghi che sfortunatamente nella fase B del piano di assunzioni sono finiti fuori dalla Sardegna e vorranno giustamente rientrare. Insomma di definitivo non c’è nulla, tranne la stabilizzazione. Per il momento so che dovrò terminare la supplenza che ho ricevuto a settembre e fino al 30/06. Poi si vedrà.
Un esito inaspettato, o quando ha presentato la candidature si aspettava questo risultato?
Dopo aver visti i numeri della fase C, diffusi a ottobre, sapevo che avrei ricevuto la proposta di assunzione. Non era possibile fare previsioni ad agosto, quando abbiamo fatto la domanda. Le cose sono diventate più chiare nel corso del tempo.
Cosa ha provato leggendo la destinazione?
Ho tirato un bel sospiro di sollievo. Rispetto ai freddi numeri e alla convinzione di farcela, vedere scritto “provincia di Cagliari” è stato un bel momento. La paura di ritrovarsi nella stessa condizione di molti colleghi che hanno letto Genova, Torino, Reggio Emilia etc, ha accompagnato la nostra attesa e sono stata felice di non ritrovarmici.
Un posto a tempo indeterminato vicino a casa: un bel cambiamento.
Dal punto di vista strettamente lavorativo credo non cambierà moltissimo; sono anni che lavoro sul sostegno con cattedra annuale, perciò continuerò sostanzialmente a fare il mio lavoro. Sicuramente però questo passaggio in ruolo mi consente di avere qualche certezza in più che il precariato invece mi ha negato: per dire una banalità potrei chiedere un mutuo, non dovrò lottare con l’INPS per ottenere la disoccupazione nei mesi estivi, non trascorrerò l’estate a fare conti e a spulciare il sito dell’Ufficio scolastico provinciale per fare previsioni circa il mio futuro prossimo..
Torniamo indietro nel tempo: cambierebbe le sue scelte di studio e professionali?
Non cambierei niente del mio percorso. Ho studiato con passione e sono arrivata a fare un mestiere che amo. Lo posso dire perché in quella comunicazione c’è scritto “provincia di Cagliari”. Ma se avessi letto “provincia di Torino” forse qualche dubbio di aver sbagliato qualcosa lo avrei avuto.
Francesca Mulas