Rassegna Stampa

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"In Sardegna +35% di contratti a tempo indeterminato". I dati dell'Inps

Fonte: web SardegnaOggi.it
11 novembre 2015


In Sardegna aumentano i contratti a tempo indeterminato. Lo dice l'Inps che ha stimato un aumento del 35,4% a livello regionale nel 2015 rispetto all'anno precedente.



CAGLIARI - In Italia nei primi nove mesi del 2015 è aumentato, rispetto al corrispondente periodo del 2014, il numero delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato nel settore privato (+340.323: da 990.641 a 1.330.964). Crescono anche le assunzioni con contratti a termine (+19.119) mentre si riducono le assunzioni in apprendistato (-32.991). La variazione netta – vale a dire il saldo tra le assunzioni e le cessazioni – per i primi nove mesi del 2015 sfiora le 600mila posizioni; ciò che è rilevante è il confronto con l’analogo valore per l’anno precedente, pari a 310.595 unità: il miglioramento è dunque prossimo alle 300mila unità.

Le nuove assunzioni a tempo indeterminato nel settore privato stipulate in Italia sono state 1.330.964, il 34,4% in più rispetto all'analogo periodo del 2014. Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese le “trasformazioni” degli apprendisti, sono state 371.152 (l’incremento rispetto al 2014 è del 18,1%). Le cessazioni di rapporti a tempo indeterminato sono di poco aumentate (+25.889). Di conseguenza, la variazione netta dei contratti a tempo indeterminato risulta fortemente positiva (+469.393) e nettamente superiore a quella registrata per il corrispondente periodo dell’anno precedente (+98.046).

Tali andamenti spiegano anche il cambiamento nell’incidenza delle assunzioni con rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati/variati, passata dal 32,0% dei primi nove mesi del 2014 al 38,1% dello stesso periodo del 2015. Nella fascia di età fino 29 anni, l’incidenza dei rapporti di lavoro “stabili” sul totale dei rapporti di lavoro è passata dal 24,4% del 2014 al 31,3% del 2015.

L’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato 2015 su 2014 risulta superiore alla media nazionale (+34,4%) in Friuli-Venezia Giulia (+82,0%), in Umbria (+59,6%), in Piemonte (+54,4%), nelle Marche (+52,8%), in Emilia-Romagna (+50,1%), in Trentino-Alto-Adige (+48,7%), in Veneto (+47,8%), in Liguria (+46,0%), nel Lazio (+41,1%), in Lombardia (+39,0%), in Basilicata (+35,9%), in Sardegna (+35,4%) e in Toscana (+34,9%). I risultati peggiori si registrano nelle regioni del Sud: Sicilia (+10,8%), Puglia (+15,8%) e Calabria (+17,1%).