Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Colpito da un fulmine, poi salvato dalla demolizione

Fonte: L'Unione Sarda
10 novembre 2015


Lo stabile è stato anche una caserma dei carabinieri e la sede dei sardisti

 

Colpito in pieno da un fulmine, nel 1871. E ne sarebbero arrivati altri, per il convento di San Francesco di Stampace, anche se virtuali: sotto forma di polemiche (quelle attuali) e di richieste di demolizione, giunte dopo la sua chiusura.
La storia tormentata del complesso medievale ebbe inizio nel 1275: era l'anno in cui i monaci francescani decisero di acquistare il terreno fuori le mura. Difficile indicare l'anno preciso della costruzione, è probabile però che alla fine del XIII secolo il convento fosse in piedi. Il modello era quello dell'architettura monastica cistersense, con refettorio, cucina, dormitorio e dispensa intorno al chiostro. Alla fine del XIII secolo i francescani eressero una chiesa. Le nuove leggi sulla soppressione degli ordini religiosi sancirono nel 1861 la fine della prima destinazione, e il convento divenne così un bene demaniale. Un anno dopo si trasformò in caserma dei carabinieri, ma la chiesa continuò a essere utilizzata dai frati per le funzioni religiose.
Nel 1871 un fulmine colpì il campanile. Il Comune nel 1873 formalizzò la richiesta di demolizione al Demanio ma un gruppo di cittadini si mise di traverso, rivolgendosi al ministero della Pubblica istruzione. Fu allora che si riunì una Commissione delle Belle arti, presieduta dal canonico Giovanni Spano. Intervento urgente di restauro, il responso. E così arrivò la decisione del Consiglio comunale: via ai lavori di sistemazione del complesso. Ma il restauro da 50 mila lire stava per incontrare nuovi, insormontabili, ostacoli. Costi troppo elevati portarono a un nuovo sopralluogo: venne fatto nel 1875 dall'architetto Gaetano Cima e dello stesso canonico Spano. Il giorno seguente, a causa dell'umidità, ci fu un crollo. I carabinieri lasciarono la struttura nel 1940, tre anni dopo i bombardamenti diedero il colpo di grazia. Nel '46 alcuni locali divennero la sede del Psd'Az.
Il complesso è oggi di un privato: in corso il restauro e la realizzazione di un museo d'arte contemporanea. (m. lam.)