L'insediamento. Dopo l'elezione il passaggio di consegne con il presidente uscente Giacomo Spissu
«La Finanziaria è il primo appuntamento, poi la revisione del regolamento interno»
Marzia Piga marzia.piga@epolis.sm ¦
Fasciata da un aderentssimo tailleur color oro fa il suo ingresso in Aula e prende posto tra i colleghi Antonio Pitea e Carlo Sanjust. È il primo giorno della XIV legislatura, ma lei è già una veterana, avendone ben tre alle spalle. In quel momento Claudia Lombardo sa già che da lì a poche ore entrerà nella storia dell'autonomia sarda con un doppio record: prima donna presidente del Consiglio regionale e la più giovane guida dell'assemblea in sessant'anni di storia politica regionale. Sa di essere la prescelta, pur se dopo tira e molla, battibecchi e malumori interni alla coalizione che sembrano non essere ancora conclusi. Lo sa e attende in silenzio l'esito delle votazioni, ben tre, e nel momento della proclamazione da parte del decano Felicetto Contu sembra non scomporsi, ma la sua voce al microfono dello scranno più alto del parlamentino sardo tradisce il suo batticuore: «È con autentica emozione che ringrazio i colleghi consiglieri per avermi affidato questo incarico - dice con lo sguardo fiero - ringrazio chi mi ha votato ma anche chi non lo ha fatto, dimostrando però una grande apertura di credito nei miei confronti con l'utilizzo delle schede bianche». E proprio su questo punto insiste la neo presidente incontrando i giornalisti subito dopo il passaggio di consegne con il presidente uscente Spissu. «Ho apprezzato soprattutto l’apertura di credito nei miei confronti da parte della minoranza che non ha opposto un candidato alla presidenza. Questo lo terrò sempre presente, l'imparzialità è fondamentale per il lavoro del Consiglio regionale ». E sulle linee programmatiche della sua azione è stata chiara fissando le priorità: «Il primo appuntamento è l'approvazione della Legge finanziaria, perchè c'è la necessità di anteporre gli interessi generali a quelli di parte per il bene della Sardegna che attende questo importante provvedimento». Il secondo atto sarà, invece, la revisione del regolamento del Consiglio regionale «per una maggior efficienza dell’Aula». Riguardo, invece, la scelta di far guidare l’Assemblea da una donna, fatto mai accaduto nei 60 anni di storia autonomistica, rappresenta «una grande conquista di civiltà e democrazia». «Non abbiamo mai chiesto trattamenti di vantaggio e nemmeno riserve indiane, ma solo pari opportuinità con gli uomini».¦