VENERDÌ, 20 MARZO 2009
Pagina 3 - Fatto del giorno
Eletta ieri alla terza votazione. È la più giovane in Italia a ricoprire la principale carica istituzionale di un’assemblea legislativa
Al Centrodestra compatto si aggiungono cinque voti della minoranza
Inaugurata la legislatura con il giuramento dei consiglieri Sancito il passaggio di consegne con l’ex presidente Spissu Oggi la presentazione in aula della giunta Cappellacci
CAGLIARI. La quattordicesima legislatura s’inizia nel segno delle donne: l’assemblea regionale sarà guidata da Claudia Lombardo, eletta ieri con 57 voti di cui cinque provenienti dalla minoranza, mentre oggi nella giunta che verrà presentata in aula sarà inserita un’altra donna, all’Industria. Claudia Lombardo arriva alla seconda carica istituzionale della Regione a soli 36 anni e con una curriculum di tutto rispetto dato che era già stata vicepresidente e questore dell’assemblea; ma, inutile dire, che la presidenza del «parlamento sardo» per la prima volta assegnata a una donna fa sperare in un vero cambiamento nel modo di agire. In Italia solo altre due assemblee regionali, (Campania ed Emilia), hanno una donna presidente.
Claudia Lombardo è stata eletta alla terza votazione. Nelle prime due sarebbero stati necessari i voti dei due terzi dei consiglieri, prima, e dei votanti dopo e perciò i partiti hanno deciso di votare scheda bianca. Tutto come previsto, i partiti rispettano le consegne a parte una scheda nulla nelle prime due votazioni, un voto a Ben Amara e un altro alla Barracciu.
Alla terza votazioni, quando è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti per essere eletti si fa finalmente sul serio. Il Centrodestra vota Lombardo, (con qualche variazione sulla scheda come appuntare il nome di battesimo o far precedere il cognome dal titolo di onorevole), il Centrosinistra continua a votare scheda bianca senza contrapporre un candidato. La sorpresa c’è, ma non perché si manifestino gli annunciati e temuti franchi tiratori nel Centrodestra: Lombardo riceve 57 voti, cinque più del previsto. Il Centrodestra, infatti, dispone di 53 voti ma il presidente provvisorio, Felicetto Contu, si è astenuto; quindi ci sono stati cinque consiglieri che non hanno deposto la scheda bianca.
La Lombardo che assieme ai più giovani aveva fatto da segretaria nell’ufficio provvisorio presieduto dal più anziano, Felicetto Contu, era seduta in terza fila accanto a Pietro Pittalis, forse un segno del destino perché Lombardo e Pittalis sono gli unici due consiglieri che facevano parte del gruppo di Forza Italia nel 1994. E non è un caso che anche per questo Pittalis è indicato come il possibile capogruppo. L’applauso di rito dei consiglieri che tenevano il conto dei voti scatta leggermente in anticipo; baci e abbracci alla proclamazione nell’aula. Si complimentano i consiglieri più vicini alla Lombardo: Pittalis, De Francisci, Pitea e via via gli altri mentre Ignazio Artizzu, che Alleanza nazionale voleva presidente perché più votato nell’isola, resta seduto.
Felicetto Contu che quarant’anni fa era in Consiglio quando la Lombardo non era ancora nata, la invita a salire sullo scranno più alto e la presidente eletta parla a braccio: «Ritengo un’apertura di credito molto importante quello delle minoranze di non avere opposto un candidato, ma di avere votato scheda bianca», tralasciando i cinque che hanno indicato il suo nome.
Per la presidente sarà il senso di responsabilità a caratterizzare il lavoro degli ottanta consiglieri regionali. E a chi ricorda che, con l’avvento del governatorato è stato penalizzato il ruolo dell’aula, risponde: «Il Consiglio deve recuperare il suo ruolo e la sua funzione legislativa e per questo ci sarà un confronto continuo con la giunta», avrebbe assicurato poco dopo in una veloce conferenza stampa. Nuovo ruolo dell’assemblea, dunque, ma anche l’impegno per «una revisione del regolamento» che è diventata una necessità ineluttabile. Ma questo in un secondo momento perché ora troppe scadenze sono dietro l’angolo: l’esame della legge Finanziaria è la priorità assoluta.
Claudia Lombardo dei primati: era stata eletta nel 1994 a 21 anni, il più giovane consigliere regionale della storia sarda. Due legislature fa era stata questore, unica donna a ricoprire quell’incarico. Si presentò allora in aula con la maglietta rosa assieme ad altre tre donne, (Ivana Dettori, Mariella Pilo e Noemi Sanna) per perorare la questione-femminile. Nel momento della vittoria, però, ricorda di essere sempre stata contraria alle quote rosa: «Le donne non chiedono un trattamento di vantaggio, ma di poter competere con gli uomini. Non vogliamo quote rosa e le riserve indiane non ci interessano». Ma l’essere la prima donna del consiglio significa anche una cosa: «Avere una responsabilità doppia», afferma Lombardo.
Ad applaudire Claudia nel giorno più bello della vita pubblica c’è il padre Salvatore che aveva aderito al movimento di Berlusconi dopo una lunghissima militanza nel Psi. Salvatore Lombardo è stato ispettore del compartimento delle tasse e delle imposte indirette della Sardegna, consigliere regionale socialista proprio sino al fatidico 1994 quando non fu ricandidato per via del rinnovamento imperante e cedette il posto alla figlia. Dopo l’elezione di Claudia, il padre salirà al sesto piano, negli uffici della presidenza dove ci sarebbe stato lo scambio di consegne con l’ex presidente Giacomo Spissu. Pochi minuti di colloquio e Claudia Lombardo prende possesso con grande sicurezza degli uffici dove campeggiano i ritratti di tutti i presidenti dell’assemblea regionale. Una storia cominciata nel maggio di sessant’anni fa quando sarebbe stato difficile immaginare che una donna sarebbe diventata un giorno il presidente dell’assemblea sarda.