Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sabiu leader del polo di liste civiche ma sogna le primarie col centrodestra

Fonte: L'Unione Sarda
4 novembre 2015

VOTO 2016. L'esponente di #CA_mbia aspetta il confronto con il candidato indicato dai Riformatori 

Ci riprova con slancio. Stabilendo due tappe intermedie prima del (desiderato) approdo a palazzo Bacaredda: primarie di un possibile terzo polo (cinque civiche riunite nel cartello #CA_mbia più i Riformatori) ed eventuali (e ambite) primarie con uno o più sfidanti del centrodestra. Certo è che l'avvocato Giandomenico Sabiu, 51 anni, non è un politico che perde tempo: manifesti murali, informazione online, contatti avviati da mesi per tessere la rete di alleanze, base imprescindibile di ogni candidato sindaco.
Cos'è #CA_mbia?
«La concretizzazione del sogno di dieci anni fa, quando con tre liste civiche parlavo di destrutturazione dei partiti».
Tradotto?
«Andare oltre la destra e la sinistra, soprattutto nelle amministrazioni cittadine. Per amministrare una città si dovrebbe avere il coraggio di dire che non servono i partiti ma persone che sappiano confrontarsi con la macchina amministrativa».
#CA_mbia è la soluzione?
«Sì. Un polo che va al di là dei partiti ma con grande attenzione al centrodestra, area a cui mi riferisco».
Cinque civiche più i Riformatori.
«I Riformatori riconoscono che il mio è un valido progetto».
Fatto anche di indicazioni per gli elettori?
«Penso già alla rivisitazione totale della macchina amministrativa, tarata a 65 anni fa».
Comune male organizzato?
«Lo dicono i numeri».
Li ha?
«Eccone alcuni. Di 260 milioni di spese correnti, 51 milioni sono per il personale, 91 milioni per i servizi: di questi 91 il 47 per cento è per il costo della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Servizio gestito molto male».
La sua ricetta?
«Il sindaco deve saper comandare i dirigenti. Se non ci riesce delega questo compito ai dirigenti».
Anche questo lo dicono i numeri?
«Certo, e alcuni sono spaventosi. Spendiamo 6 milioni di euro all'anno solo per l'energia elettrica. Cagliari potrebbe diventare autosufficiente in pochi anni. Altro dato: spendiamo lo 0,2 per cento per la cultura. E questa sarebbe una città della cultura?».
Non salva niente?
«Il sindaco, che va rispettato, non è riuscito a creare una squadra di governo. Il Pd, suo partito di riferimento, fino a poco fa lo contestava».
E i progetti avviati?
«Non credo che un sindaco possa qualificarsi perché si asfaltano chilometri di strade, si fanno nuovi marciapiedi, tre o quattro rotatorie e si curano i giardini. Sono cose scontate, da affidare ai funzionari. Il sindaco è il comandante in capo. Massimo Zedda non ha saputo esprimere le potenzialità che gli altri hanno visto in lui».
A dicembre ha annunciato le primarie del suo polo. Ma se i Riformatori non candidassero nessuno?
«Rimarrei l'unico candidato sindaco. Mi sostengono le liste “Un'altra Cagliari” e “Innovazione”, poi ci sono i giovani di “Cambiavento”, che si danno da fare. Entro la settimana i Riformatori dovrebbero però indicare un nome».
Per ora ha due avversari: Zedda e Massidda.
«Aggiungerei Giuseppe Farris per Forza Italia. O Emilio Floris».
Chi teme di più?
«Zedda è bocciato come sindaco: ha cercato di amministrare e non ci è riuscito».
Avrebbe fatto meglio?
«Ho un programma per riuscirci. Con cento milioni che conto di far risparmiare in cinque anni non farò pagare il parcheggio ai cagliaritani e consentirò di farli viaggiare gratis sui bus».
Massidda?
«È capace ma solo: verrà eletto come consigliere comunale».
Non teme la prospettiva del Pd di trovare alleanze al centro?
«Nelle amministrative conta il candidato sindaco».
Il centrodestra non si è ancora pronunciato.
«Sogno un unico candidato di coalizione e farei le primarie con il o i candidati del centrodestra. Farris è per le primarie, ma anche Salvatore Sassu dei Fratelli d'Italia e l'Ncd».
In questa contesa potrebbe rientrare Massidda?
«Certamente. Ma l'ex senatore sta rifiutando di confrontarsi».
I sardisti non cercano alleati.
«Ma continuano a dialogare con il centrodestra».
Diffida del M5S?
«In città sembrano inesistenti. Fanno tutto in streaming quando riguarda gli altri, quando riguarda loro sono peggio dei carbonari».
Pietro Picciau