Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gramsci e la colazione da Tramer

Fonte: L'Unione Sarda
4 novembre 2015

 

«Lo scandalo del contraddirmi, dell'essere con te e contro te»: così Pier Paolo Pasolini in “Le ceneri di Gramsci”, raccolta pubblicata a trent'anni dalla morte di Antonio Gramsci, con la poesia sulla tomba dell'intellettuale sardo, di inaudita potenza, i cui contenuti tuttora interpellano. Ma nei tempi dell'eterno presente, bisogna porsi la domanda se i giovani sardi conoscano Pasolini e Gramsci, definito «…non padre, ma umile fratello». Non inganni la familiarità della sua immagine, ormai pop, reificata come le icone di successo. La seconda domanda è se i cagliaritani abbiano contezza delle geografie gramsciane e del rapporto di Gramsci con il luogo della prima autocoscienza intellettuale e politica. Sanno di Raffa Garzia, suo maestro e direttore de L'Unione Sarda che il 25 luglio 1911 pubblicò il suo primo articolo e gli diede la tessera di giornalista? E del dolce che acquistava, nel tragitto verso il liceo Dettori, nell'Offelleria Tramer tra il Corso e via Sassari, consolatorio ma spesso unico cibo di una giornata.
Chi altresì transita nel Corso non sa che quel biddaio vi abitò dal 1908 al 1911, al numero 149 in una pensione, ancora tale, le cui finestre il figlio Giuliano e il nipote Antonio guardarono stupiti da quelle dirimpetto. Aveva vissuto in via Principe Amedeo, prima del magma proletario di is osterieddas, tra Palabanda e Portoscalas, cerniera tra la congiura del 1812, il cui ribellismo intrigò il giovane Nino, l'Orto Botanico e i villini suburbani, sulla Strada Reale che trasformò il suburbio in città- giardino.
Chissà come sarebbe stato, tra tanti temi ignorati, per “Cagliari, capitale della cultura” un itinerario su Gramsci, l'italiano tra i più noti e studiati nel mondo. Cagliari intanto merita il titolo di “Capitale della smemoratezza”.
Maria Antonietta Mongiu