Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Mercato civico, crisi nei box

Fonte: L'Unione Sarda
2 novembre 2015

SANT'ELIA.

Tra i venti esercenti c'è sconcerto e delusione. «Avevamo grandi speranze»

Molti operatori hanno abbassato le serrande: «Pochi clienti» 


Un box di cavallette e formiche, magari accanto a quello della carne. «Perché non aprirlo, qua al mercato civico di Sant'Elia?». Quella di Sabrina Sias, cliente al banco della macelleria, è una battuta sull'onda della psicosi Oms. Tanto gli spazi vuoti e da assegnare abbondano in questo mercato snobbato e dimenticato dai cagliaritani. «Un mistero», dice Angelo Biasioli, che gestisce un'enoteca. Davanti ai tavoli del suo locale c'è la scala mobile che porta al secondo piano: è sbarrata da un carrello del supermercato. «Io ho scoperto da poco questo posto», riprende Sabrina Sias. «I prodotti sono freschi. Ma sa qual è il problema? La gente è schiava del pregiudizio. È un peccato». E molti operatori sono scappati, diversi box sono scatole vuote.
AMARCORD Mariangela Giangrave, dal suo banco dell'ortofrutta, insieme a Lucia Puddu del panificio Boulangerie, ricorda quando si lavorava nei tre piani del complesso: «Ora siamo tutti qua, al primo, il secondo è chiuso. Eppure 17 anni fa, all'esordio, avevamo grandi speranze».
PARCHEGGI Non si può certo dire che manchino i parcheggi o che sia difficile raggiungere il mercato: «Con tutte queste rotonde, poi, figuriamoci. Ma tanti cittadini nemmeno sanno che esistiamo». Qualcuno «fa confusione con il mercatino domenicale», dice Paola Collu, titolare del bar al piano terra. E così, trovare ressa e file è molto difficile: nessuno stacca il numeretto, tanto non ci si accapiglia. C'è chi è riuscito a costruire una rete di clienti affezionati, altri aspettano. A Luca Mattana gli affari non vanno male ma la calcolatrice è difettosa: «Spendo 240 euro al mese per il canone del box, escludendo le altre spese. Aiuterebbe almeno un'apertura pomeridiana».
ANTICHE PROMESSE Inaugurata nel 1997, la struttura di tremila metri quadrati ospita una ventina di operatori. «Ora sopravviviamo. Ci avevano promesso che avrebbero attivato un servizio navetta dal quartiere del Sole», riprende Mariangela Giangravè, «pure la farmacia e una banca, avrebbero aperto. E invece nulla». Ci sono comunque gli uffici della Circoscrizione. La confusione dei mercati di San Benedetto e Quirra qua sono un miraggio. «È anche vero», dice la commerciante, «che la scelta del pesce è meno ampia». Alessio Vadilonga, che gestisce il box della carne equina, tira in ballo il classismo: «In questa città ci sono mercati di serie A e B».
L'ACCUSA Marco Mantega, rappresentante dei comercianti del mercato, accusa l'amministrazione: «Ci riserva scarsa attenzione. Anche i mezzi pubblici non sono sufficienti». Il 6 si ferma proprio lì vicino. «Ma non è sufficiente», lamentano tutti: «Tocca pochi quartieri». Mantega ricorda che «anche il regolamento è da rivedere, questo è diventato il luogo delle specialità e delle eccellenze, abbiamo un ruolo da tutelare».
Mariangela Lampis