Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Mi candido a sindaco con una squadra che punta a vincere»

Fonte: L'Unione Sarda
2 novembre 2015

ELEZIONI 2016.

L'ex senatore e Authority annuncia la partecipazione alle prossime comunali Massidda:

 

«Mi candido a sindaco, lo devo alla città».
I dubbi alle spalle, Piergiorgio Massidda (59 anni, già senatore e deputato, ex presidente dell'Autorità portuale e vicepresidente di Assoporti, oggi presidente di “Cagliari Free zone”, società che gestisce la zona franca doganale del porto) si sente pronto alla sfida: cuore ed entusiasmo per un “grande progetto”.
Quale?
«Far diventare Cagliari una città-Stato: per respiro internazionale e servizi degni di questo nome».
Come conta di riuscirci e con chi?
«Con chi vorrà esserci, per centrare un obiettivo: creare lavoro».
La città e il Consiglio comunale hanno perimetri diversi dal Senato e dalla Camera.
«Non è un problema di numeri. Sarebbe per me un orgoglio rappresentare il riscatto della città».
I temi cardine della sua proposta.
«Creare lavoro, parola d'oro. Basta con le chiacchiere. Chi si rivolge a me dice che i partiti non sono credibili».
Come potrà, da sindaco, trasformare il bisogno di lavoro in politiche virtuose?
«Il porto, ma ancora di più la città, hanno bisogno di un manager, non di un'amministrazione ordinaria. I cittadini ritengono che io sia un manager all'altezza».
Nella campagna elettorale a chi si rivolgerà in concreto?
«La mia proposta è creare con i cittadini un progetto inclusivo, rivolto a tutti quelli che hanno il desiderio di uscire dalla crisi con proprie idee e fiducia in se stessi».
Si propone come se avesse superato le categorie di centrodestra e centrosinistra.
«Dire oggi che i grandi partiti non riescono ad ascoltare la gente mi fa male. Ma è evidente. Mentre la gente sta morendo di fame e chiede come si possa costruire un futuro per la propria famiglia, dai politici sentiamo le solite frasi: primarie, assessorati, poltrone, schieramenti. Di queste cose non intendo più discutere».
Basterà un lista civica per costituire un terzo polo?
«Saranno diverse. Le liste che stiamo preparando riflettono esperienze sia di centrodestra che di centrosinistra, di pentastellati e sovranisti. Tutti noi ci stiamo togliendo la giacchetta del proprio partito o schieramento per metterci quella rossoblù. Stiamo pensando a un progetto di cinque anni di speranza per Cagliari. A me chiedono di fare l'allenatore di una squadra che ha già all'interno dei grossi bomber».
Liste già pronte?
«Alcune lo sono».
L'identikit ideale per far parte di una sua lista?
«Intanto la fedina penale pulita. Linda. In secondo luogo, l'adesione al programma. Siamo autonomisti, ma non chiudiamo la porta ad alcuna proposta».
Rimpianti per il ruolo di Authority?
«Mi chiamavano il sindaco del porto. Mentre io facevo tante cose, Zedda - per ragioni che spiegherà agli elettori - chiudeva l'anfiteatro, i baretti al Poetto».
Quanto dell'esperienza di Authority trasferirà nel ruolo di amministratore della città?
«Parleranno i fatti. Vogliamo dare un respiro internazionale alla città. E non abbiamo nessuna intenzione di vendere i gioielli di casa. Vogliamo dare concessioni e servizi essenziali, come succedeva al porto. Vogliamo attirare capitali, perché senza questi la città non può crescere. Non ho niente contro Massimo Zedda, mi onoro di essere suo amico. Ma la nostra città merita di più, e c'è chi ritiene che io sia la persona più adatta per costruire questo progetto».
Il sindaco Zedda è disponibile per le primarie nel centrosinistra, il centrodestra ancora non ha scelto. Con chi si confronterà?
«Non è un mio problema scegliere gli avversari. Abbiamo un'associazione - Cagliari 2016 - che ha promosso tanti incontri».
Cosa conterrà di speciale il suo programma?
«Lo presenteremo fra dodici settimane perché vogliamo continuare a scriverlo con chi intende dare contributi».
Come crede che sarà percepito come candidato sindaco?
«La gente vede in me l'uomo del fare perché creo posti di lavoro».
In politica servono consensi non pacche sulle spalle.
«I sondaggi mi obbligano a candidarmi. Ero convinto di essere conosciuto al 50 per cento, ed era già tanto. Invece sono a quota 81 per cento. Sono uno dei più conosciuti. Una grande stima che mi impedisce di non candidarmi».
Le tappe di avvicinamento al voto.
«Verso fine gennaio usciremo con le nostre proposte e da quel momento inizierà il confronto».
Pietro Picciau