Intervista. Vertenza con lo Stato sul patto di stabilità: «Non ci lasciano spendere»
Il sindaco presenta il bilancio, trovati i soldi per le strade
Impossibile spendere anche i soldi derivanti dalle alienazioni di parti non strategiche del patrimonio.
Vertenza con lo Stato per una revisione dei vincoli imposti dal patto di stabilità, uno sforzo per scovare nelle pieghe del bilancio fondi per riasfaltare le strade e la conferma di una politica tesa agli investimenti. Così il sindaco Emilio Floris, nella sua veste di assessore ad interim del Bilancio (poltrona lasciata libera dal governatore Cappellacci) si prepara all'approvazione in Giunta del bilancio di previsione 2009.
II centro studi sintesi di Venezia vi ha collocato tra i Comuni più virtuosi d'Italia, eppure i cittadini reclamano più servizi e assistenza. Dov'è l'errore?
«In tempi in cui l'economia non è più stagnante ma addirittura recessiva i Comuni sono sempre più assediati da cittadini che chiedono strumenti per uscire dalle difficoltà. Ma spesso non sanno quanto sia difficile per un sindaco o un assessore avere voce in capitolo nella formazione del bilancio».
Cioé?
«Non abbiamo più capacità impositiva, abbiamo trasferimenti limitati. E non possiamo nemmeno utilizzare l'attivo di cassa per finanziare i nostri programmi».
Ma il Parlamento non ha appena dato il via libera unanime a un allentamento del patto di stabilità?
«È stata votata una mozione, ma siamo molto lontani dal varo di provvedimenti ufficiali. E non ne conosciamo ancora i contorni. Intanto a febbraio il ministero dell'Economia, con una circolare, ci ha persino vietato di spendere i soldi derivanti da alienazioni di porzioni non strategiche di beni patrimoniali».
Il Comune di Cagliari vuol vendere i gioielli di famiglia?
«Chi lo ha detto? Ma visto che abbiamo bisogno di reperire fondi per avviare un programma straordinario di manutenzione della viabilità cittadina avevamo pensato anche a questo».
Vendendo cosa?
«Non lo abbiamo mai definito, ma penso a un appartamento che possediamo a Roma e che non ci serve a niente. E ad altri immobili non strategici qui a Cagliari».
E allora per la manutenzione della viabilità si dovrà aspettare ancora?
«Anche se manca ancora l'ufficialità posso comunque anticipare che somme importanti sono state individuate. Già in primavera potremo disporre di 2,5 milioni di euro da investire in opere immediatamente cantierabili. E siamo sempre in attesa di risposte dalla Regione per un altro piano da 3,2 milioni».
E i due milioni e mezzo da dove arrivano?
«Un milione lo prenderemo dall'avanzo di amministrazione vincolato e il residuo dall'avanzo economico previsto per il 2009».
Prevedete di risparmiare sulle spese?
«Assolutamente no. Ci aspettiamo una spesa corrente di 223,6 milioni di euro (221 per i servizi ordinari e 2,6 per il rimborso della quota di capitale sui mutui contratti in passato) ed entrate complessive per 226 milioni (122 da tributi e canoni di locazione, 104 da trasferimenti di Stato, Regione e Provincia). Ecco, l'unico margine di manovra che abbiamo riguarda la differenza, purtroppo esigua, tra entrate e uscite».
E nella famosa cassa che non potete utilizzare per via dei limiti imposti dal patto quanto c'è?
«Al 31 dicembre 102 milioni di euro. Nella peggiore delle ipotesi, al netto di residui attivi e passivi, circa 64. E, pensando di accantonare altri fondi per coprire eventuali debiti fuori bilancio che potrebbero saltar fuori in corso d'opera, ci basterebbe essere autorizzati a spenderne una ventina».
E cosa ci farebbe con quei venti milioni?
«Li investirei sempre per asfaltare le strade e per la valorizzazione urbanistica della città. Senza scordare che potrei incrementare la dotazione di spesa in capo alle funzioni legate al turismo (oggi si investe appena l'1 per cento), lo sviluppo economico (2,66) e investimenti sul territorio».
Avete in mente azioni particolari per chiedere un'accelerazione dello sblocco di questi fondi?
«Un'interlocuzione in questo senso era già stata avviata dall'ex assessore Cappellacci e verrà proseguita da noi. Tenendo conto del riconoscimento della nostra virtuosità e, visto il bassissimo indice di indebitamento che è stato certificato a nostro carico, ci aspettiamo non solo lo sblocco della cassa ma anche dei fondi provenienti da eventuali alienazioni».
Ma non è che si sta appassionando troppo al suo ruolo di assessore a interim? A quando la nomina del successore di Cappellacci?
«I tempi sono quasi maturi. Ora approviamo il bilancio di previsione, poi lasciamo svolgere il congresso del Pdl e poi esamineremo la situazione. C'è da aspettare solo un paio di settimane».
ANTHONY MURONI
20/03/2009