Il fenomeno. L'Enpa: settemila vagano nella provincia. Strutture comunali piene, ordinanza del sindaco
Le zone frequentate dai branchi: Molentargius, Calamosca, il porto e Villaggio pescatori
Alessandra Loche alessandra.loche@epolis.sm ¦
Settemila cani randagi liberi nelle strade della provincia. Numero impressionante, secondo l'Enpa. Soprattutto se si accosta alle aggressioni degli ultimi giorni in Sicilia, dove un bimbo è stato sbranato e una turista tedesca è stata aggredita da un branco senza controllo. L'ente nazionale protezione animali ha individuato quali sono le zone più a rischio in città: Molentargius, Santa Gilla, il porto, l'ex cava di Monte Urpinu. E ancora: Tuvixeddu, Calamosca e il villaggio dei pescatori. Qui mute di cani di grossa taglia spadroneggiano e, anche se per fortuna non si sono registrati episodi gravi, fanno paura a chi le frequenta. La soluzione? Per il coordinatore regionale Enpa Emanuele Deiana il problema si può arginare solo con la sterilizzazione. Una contromisura già messa in campo dal lo stesso Comune: il sindaco ha firmato all'inizio del mese la quarta ordinanza che impone la castrazione dei randagi. Che, dopo l'intervento, dovranno però tornare in strada: il canile e la struttura convenzionata sono pieni.
I BRANCHI DI RANDAGI diventano quasi i padroni delle zone più isolate. «Si insediano dove raramente passa qualcuno - ha spiegato Deiana - e, magari solo perché hanno paura, possono diventare pericolosi per le persone. I cani non devono essere abbattuti, è invece necessario procedere con la sterilizzazione ». Al progetto dell'Enpa che prevedeva questa attività in tutta l'isola, non è mai stato dato il via dalla Regione. Il Comune però parte nel suo territorio con un'iniziativa che, nel 2008, ha portato alla sterilizzazione di 92 cani. Ma gli animali, dopo l'intervento, saranno rimessi in libert. Il sindaco, si legge, «ordina al servizio zooiatrico di provvedere alla sterilizzazione dei cani randagi, e qualora non vi fosse la possibilità di ricovero per gli stessi nel canile municipale o in altre strutture convenzionate o l'adozione ai privati, la loro reintroduzione controllata nel loro habitat naturale, limitatamente ai cani ritenuti al momento non pericolosi o gravemente malati».
RIMETTERE gli animali liberi in strada è quasi una scelta obbligata: il canile ospita già 310 animali, mentre nel Dog Hotel (la struttura convenzionata) se ne contano 120. Ed è impensabile il riuscire a prendere tutti i randagi che girano liberi per la città. Per il 2009 sono previste altre 70 sterilizzazioni anche «considerato che un'eventuale interruzione del servizio avrebbe come conseguenza una ripresa della riproduzione incontrollata degli animali, vanificando i risultati raggiunti», dice il sindaco nell'ordinanza. ¦