Muri con intonaci di pregio in un punto nevralgico dell'antica città romana. Sono stati ritrovati nel cantiere archeologico aperto nel Corso Vittorio Emanuele durante i lavori sulle condotte fognarie. La Sovrintendenza: forse una casa privata.
CAGLIARI - La scoperta ha meravigliato anche i tecnici della Sovrintendenza ai Beni Archeologici regionale: i lavori sotto il manto stradale del Corso Vittorio Emanuele hanno portato alla luce non soltanto i solchi di antiche fognature romane ma anche i resti di quella che poteva essere, al momento è un'ipotesi, una domus di pregio. "Ci troviamo in un punto nevralgico di quella che era la città romana tra il foro, ovvero l'area pubblica più importante localizzata in piazza del Carmine, e la cinta muraria all'altezza del Largo Carlo Felice" esordisce Marco Minoja, sovrintendente ai Beni Archeologici. "Il livello di conservazione dei muri di una struttura, databile tra la fine dell'età repubblicana e l'inizio di quella imperiale, è straordinario: abbiamo almeno due ambienti che appartenevano verosimilmente ad un edificio privato di grande pregio con tanto di intonaci decorati con estrema qualità".
I ritrovamenti sono saltati fuori il 14 settembre nel Corso tra via Sassari e via Angioy, pressapoco davanti alla sede dell'Ersu, durante i lavori di scavo delle nuove fognature. Immediato l'intervento della sovrintendenza che ha dato ordine di allargare l'indagine verso il centro della strada. È il momento della scoperta e del successivo stop alle ruspe. Passa un mese, nel frattempo Comune e Sovrintendenza si mettono d'accordo per riavviare i lavori sui sottoservizi, ricominciati il 19 ottobre, in modo da tutelare l'area archeologica.
"Si tratta di importanti rinvenimenti per la storia della città, superiori alle aspettative - afferma il vicesindaco Luisanna Marras -. Cercheremo di mettere in sintonia la prosecuzione degli scavi archeologici e i lavori". Il cronoprogramma del Comune infatti prevede che entro metà dicembre venga completato il tratto tra via Sassari e via Angioy mentre nello stesso periodo tra via Angioy e piazza Yenne sarà realizzato il massetto. Insomma il cantiere non chiuderà prima del 30 aprile ma sul modo in cui tutelare i reperti (una copertura con una lastra trasparente?) non ci sono ancora certezze. "Dove ci sono situazioni di pregio è opportuno fare riflessioni in merito alla valorizzazione - si giustifica il sindaco Massimo Zedda -. Saranno interessanti per eventuali ritrovamenti anche i lavori in via Angioy, vicina a quello che era il foro romano".