Cagliari
Dibattito e nuove polemiche sulla copianificazione tra la Regione e il Comune
«Il Consiglio non va escluso»
La Sovrintendenza: dubbi sulla validità degli incontri
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CAGLIARI. Secondo la sovrintendenza la Regione avrebbe sbagliato a non coinvolgere anche il consiglio comunale nel discorso di copianificazione dei beni paesaggistici. E in questo senso ha posto il problema all’Avvocatura dello Stato per sapere se l’iniziativa promossa dal governo dell’isola è valida.
Recentemente, infatti, l’assessorato regionale agli Enti locali e urbanistica aveva indetto una riunione con il collega di Cagliari (e relativi funzionari) e la sovrintendenza ai beni monumentali. Ma aveva messo fuori dalla porta i rappresentanti del consiglio (il vice presidente dell’assemblea Giorgio Cugusi e il responsable della commissione all’Urbanistica Massimiliano Tavolacci). La motivazione era che si trattava di riunioni tecniche.
Intanto i beni paesaggistici e identitari stanno facendo passare sonni agitati a molti imprenditori e relativi dipendenti, per il blocco (dai settanta agli ottanta in città) dei cantieri. Quello che è certamente un organismo di tutela e salvaguardia del territorio e che deriva dal Piano paesaggistico regionale (Ppr) e, a monte, dal Codice Urbani, sta diventando una spina in cui le questioni burocratiche e amministrative si intrecciano a quelle politiche.
Tutto parte dal fatto che non è chiara l’interpretazione dei vincoli paesaggistici contenuti nel Ppr, specie con riguardo ai divieti di costruire vicino ai beni protetti e/o identitari, come i monumenti, le chiese, i cimiteri e via dicendo. Secondo queste norme non si può edificare entro un raggio di cento metri dal manufatto protetto. Ma vi sono diversità tra tutti gli enti interessati (Regione, Comune e magistratura) per quanto riguarda l’individuazione di questi manufatti. Nel Ppr sono indicate le varie tipologie dei beni paesaggistici, ma solo in modo generico. Quindi per cercare di ovviare a questo inconveniente la Regione ha emanato alcune circolari, ma senza alcun risultato in quanto queste, secondo quanto ritiene la magistratura, non possono prevalere sulla normativa vigente: non sono leggi.
La sovrintendenza, come accennato, ha posto il problema della legittimità della copianificazione avviata dalla Regione e posto, tra i vari problemi, anche quello dell’assenza del consiglio comunale che ha esclusiva competenza sulle variazioni del piano urbanistico comunale (Puc), che la determinazione dei beni paesaggistici comporta. (r.p.)