Inquinamento, traffico e rifiuti fanno scivolare il capoluogo a metà classifica
Sono le polveri sottili che ammorbano l'aria, la scarsa raccolta differenziata, il traffico e il consumo abnorme di energia elettrica le spine nel fianco di Cagliari, a metà (posizione numero 55) di “Ecosistema urbano”, ventiduesima edizione del rapporto curato da Legambiente sulla qualità della vita delle città italiane. Per contro, il capoluogo si difende molto bene sul fronte del trasporto pubblico (prima per l'offerta tra le città di medie dimensioni e quinta per il numero di passeggeri). Tra le sarde, Oristano è prima, al sesto posto della classifica nazionale, Sassari sta al trentaquattresimo, Nuoro, che ha il record per la bassa produzione di rifiuti urbani pro capite, al cinquantanovesimo. Verbania, 30mila abitanti sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, è la migliore del Paese; Messina, 240mila e passa anime sull'estrema punta nord-orientale della Sicilia è ultima, centoquattresima.
Funziona così: ogni anno a marzo le amministrazioni comunali ricevono una serie di schede da compilare, su inquinamento, consumi idrici, dispersione della rete, depurazione dell'acqua, produzione e smaltimento di rifiuti, mobilità, energia. Un'autocertificazione insomma, da rispedire al Centro studi dell'associazione ambientalista che elabora, tira le somme e dà i voti.
«Si utilizzano sempre gli stessi standard, e questo ci permette di capire chi fa progressi, le diverse velocità con cui le città si modernizzano», spiega Vincenzo Tiana, presidente regionale di Legambiente. «Al nord rispondono tutti puntualmente, al sud meno». Ancora: «Nel complesso i comuni sardi si sono piazzati un po' meglio rispetto al passato, ma altri, quelli settentrionali, hanno camminato di più». E alla fine? «Proviamo a coinvolgere e sensibilizzare i sindaci, trasmettiamo il rapporto e chiediamo un incontro, per capire dove e come si può intervenire».
Oltre Oristano, con ottime performance verdi, ecco Sassari, sempre nella parte alta della lista, con una produzione di rifiuti urbani media e un'estensione di isole pedonali accettabile. Poi Nuoro, con una buona qualità dell'aria e addirittura col primato in Italia per la bassa produzione di rifiuti urbani, 366 chili a testa l'anno, contro i 458 di Oristano, i 482 di Sassari e addirittura i 579 di Cagliari. Per un confronto, Rimini, in coda, ne fa 798.
Il capoluogo, già bocciato nei giorni scorsi dall'Arpas per l'inquinamento (i valori massimi sono stati superati quaranta volte nel 2014), e con una raccolta differenziata di appena il 32,5% (Pordenone, la vincitrice, segna l'85,4%, Siracusa, fanalino di coda, il 2,8%, Oristano il 61,3%, Nuoro il 59,2, Sassari il 43,5) si riscatta sulla depurazione dell'acqua (100%) e sull'offerta di trasporto pubblico, anche se purtroppo la domanda da parte dei cittadini non è conseguente. Le macchine in circolazione sono ancora tante, 65 ogni 100 abitanti, ma in compenso il verde urbano fruibile è di oltre 56 metri quadri pro capite, al sedicesimo posto della hit parade.
Cristina Cossu