Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rifiuti, alta tensione a sinistra

Fonte: L'Unione Sarda
26 ottobre 2015


Lobina attacca Zedda su nuova discarica e inceneritore - Marcello: «Ma il nuovo bando punta sul riuso. Dica lui come smaltire»

 

Continua a far discutere la questione rifiuti. Da registrare, stavolta, nuove bordate del consigliere Enrico Lobina (gruppo misto) all'indirizzo dell'esecutivo comunale guidato da Massimo Zedda. Tema: la nuova discarica che il Casic intende costruire a Macchiareddu, ai confini coi territori di Capoterra, Comune che si è opposto al progetto, e Uta, dove non mancano le proteste.
LE ACCUSE L'impianto, dice Lobina, rischia di fare della Sardegna «una pattumiera» destinata ad accogliere rifiuti anche da altre regioni. Ma il siluro più grosso è diretto al sindaco: «Spegnere l'inceneritore si può. Zedda ha deciso di appoggiare le politiche, di destra ed antistoriche, di Francesco Pigliaru in tema di rifiuti». L'esponente di Sardegna solidale e sovrana dice anche che la città «non effettua la differenziata adeguatamente» perché il bando per la raccolta dei rifiuti non prende «in seria considerazione il processo di riciclo, riuso e riutilizzo».
LA REPLICA A respingere al mittente l'accusa è Fabrizio Marcello, presidente della commissione Servizi tecnologici che ha in carico la vicenda: «Il bando è tutto puntato sul riuso e punta alla differenziata spinta. Per intercettare il rifiuto in tempo utile per poterlo destinare al riutilizzo sono però fondamentali gli ecocentri, previsti dal piano regionale varato durante la presidenza Soru: allora alcuni politici che oggi militano in Sardegna solidale e sovrana votarono a favore. Hanno cambiato idea? Lo dicano».
RISCHIO PATTUMIERA Quanto alle discariche, Lobina è lapidario: «Non le vogliamo in Sardegna, non solo a Cagliari o nella Provincia». Il ragionamento è questo: poiché dal 2006 al 2013 «vi è stata una riduzione del 15% circa (120.000 tonnellate) del rifiuto che va ad incenerimento», non si capisce «perché si devono incrementare i due inceneritori di Tossilo e di Macchiareddu». Non solo: poiché l'articolo 35 dello “Sblocca Italia” «consente il trasferimento da una regione all'altra dei rifiuti da smaltire», c'è il rischio che la Sardegna diventi «una grande pattumiera da cui il politico miope intravede una fonte di reddito consistente nell'introito derivante dalla produzione di energia» da incenerimento.
TERMOVALORIZZATORI La Sardegna, argomenta Marcello, produce ogni anno 732 mila tonnellate rifiuti. Di queste ne differenzia circa il 51 per cento: siamo la prima regione del sud Italia. Macchiareddu lavora circa 120 mila tonnellate di rifiuti, da cui produce 42 mila tonnellate di ceneri, classificate come “inerti”, quindi ritenute non in grado di provocare danni ambientali. Ora il Casic le smaltisce tra Ecoserdiana e Villaservice (Villacidro), spendendo 13,5 milioni di euro. Non si stanno facendo nuovi termovalorizzatori. Dei quattro di Macchiareddu, tre sono obsoleti; la Regione ha stanziato finalmente 40 milioni di euro per fare il revamping di quegli impianti e ha detto al Casic che spende troppo per smaltire le ceneri, chiedendo di realizzare la discarica. Lobina dica qual è il sistema migliore, se ritiene che ve ne sia uno, per smaltire quei rifiuti». (m. n.)