Cagliari
di Roberto Paracchini
Molentargius, oggi i primi finanziamenti
Il problema irrisolto dell’industria del sale Entro il mese l’apertura ufficiale del parco
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CAGLIARI. Una boccata d’ossigeno per il parco di Molentargius. Oggi alla Regione vi sarà la firma per la prima trance di finanzamenti: cinquecentomila euro a cui, entro maggio, dovranno seguire altri novecentomimila. «Si tratta di un primo passo - spiega Mariano Mariani, direttore generale del parco - per garantire la sopravvivenza del compendio». La storia racconta, infatti, di un «incidente di percorso» che aveva fatto bocciare lo stanziamento, proprio a ridosso della firma del passaggio di tutti gli immobili dai Monopoli di Stato alla Regione. Uno scherzo da voto segreto e veti incrociati.
Poi tutti si cosparsero il capo di cenere e si accorsero che lo sgarbo al presidente Renato Soru, di fatto, era diventato un autogol. Allora si cercò di rimediare e oggi - come accennato - la firma della prima trance di finanziamenti. «A questo punto, però - riprende Mariani - si pone un altro problema ed è quello di una serie di compiti aggiuntivi ordinari che derivano dalla cessione del compendio alla Regione. E mi riferisco ai lavori di manutenzione ordinaria che, prima, facevano le saline e, ora, dopo il passaggio, dovremo svolgere noi. Il che comporta nuove mansioni e, quindi, nuove spese da ricontrattare con la Regione».
Poi c’è un altro problema legato al riavvio della produzione del sale. «Direi meglio - precisa Mariani - che non si tratta di una questione di produzione del sale, quando di messa in funzionalità piena del sistema». Come viene sottolineato da tempo lo stagno di Molentargius è un complesso sistema idraulico che vive grazie alle saline. Prima che queste venissero sistemate (nel 1830) lo stagno era un qualcosa che durante le estati siccitose rischiava di scomparire. Solo con le saline ha assunto la fisionomia che si conosce oggi (con alcune aggiunte, come Bellarosa Minore, nata dalla antopizzazione dell’hinterland). In questo quadro Bellarosa Maggiore è diventata la vasca presalante in cui viene immessa l’acqua di mare attraverso un’idrovora che la aspira dal mare. Area collegata con un sistema di canali alle saline propriamente dette, le vasche salanti. Il che significa che se il sistema idraulico non funziona, il compendio nel suo complesso ne soffre. Gli ambientalisti (da Legambiente al Wwf) hanno più volte sottolineato la necessità della ripresa della produzione del sale come condizione indispensabile per il corretto funzionamento e la salute di tutta l’area umida. Mentre attualmente vi sono molti argini sommersi che stanno portando l’avifauna pregiata a trovare altri lidi per la nidificazione (che trovavano negli argini un sito ideale).
«Senza il funzionamento, anche parziale, delle saline - continua Mariani - non è possibile fare una corretta manutezione delle vasche, nè potenziare il sollevamento delle acque e altre operazioni di carattere idraulico. Nello stesso tempo, però, questo processo di avviamento stenta a decollare. Tra le altre cose noi, come parco, abbiamo tre interlocutori regionali: l’assessorato agli Enti locali per le questioni legate agli impianti e alle saline, la Programmazione per le risorse economiche e l’Ambiente per i problemi di tutela.
L’assessore all’Ambiente, però, aveva sollevato alcune perplessità: temeva che il parco volesse diventare l’industriale del sale, precisando che questo non è compito del gestore del parco. «Ma noi - spiega Mariani - siamo perfettamente d’accordo. Noi chiediamo semplicemente che sia avviato questo processo di rimessa in funzione delle saline. Operazione, ripeto, per noi indispensabile per il funzionamento corretto di tutto il sistema: vi sono già dei punti di degrado che rischiano di diventare irreversibili. Inoltre, avviato il processo per le saline, prima della raccolta del sale vi sono quattro anni di latenza, nei quali la Regione può decidere a chi, privato, affidare la gestione delle saline».
Infine entro questo mese il parco sarà completamente aperto alla cittadinanza: per tutti gli usi, ambientali e ricreativi.