Scuola
Non più prima in assoluto, ma seconda. In Sardegna, comunque, un giovane su quattro abbandona gli studi prima del tempo. E il primato nazionale, negativo, se lo contendono le due isole: Sicilia e Sardegna. Rispettivamente il 25,8 per cento, e il 24,7 per cento, la fotografia arriva dall’Istat del rapporto “Noi Italia“, ripreso dall’agenzia di stampa Adnkronos. Chi dice addio alla scuola o formazione? I giovani tra i 18 e i 24 che si fermano alla licenza media, non arrivano al diploma, insomma: nessun titolo superiore, nessuna qualifica professionale ottenute in corsi con durata di almeno due anni, né corsi scolastici né attività formative. La distanza è netta, di quasi dieci punti percentuali, rispetto a quella nazionale che arriva al 17 per cento (di cui, oltre il 20 per cento, maschi). E ancor più netta rispetto quella Ue ferma al 12 per cento.
Il trend positivo. Negli ultimi dieci anni sono stati fatti passi in avanti sul fronte della lotta alla dispersione scolastica. Entrambe, Sicilia e Sardegna, nel 2004 – 9 anni fa – avevano abbandoni superiori al 30 per cento. Ora ridimensionati: con un calo rispettivamente del 4,8 e del 5.4. La strada tracciata va quindi nella giusta direzione, ma c’è da fare. La regione più virtuosa, da questo punto di vista è la Puglia con una riduzione di oltre 10 punti percentuali dal 2004 al 2013. Gli abbandoni scolastici più bassi in Veneto, solo un giovane su 10, ossia il 10, 3 per cento. Un dato in particolare emblematico dell’Italia a due velocità: il fenomeno degli early leavers from education and training (questa la definizione) coinvolge infatti ancora il 21,4 per cento dei giovani meridionali contro il 14,1 per cento dei coetanei del Centro-Nord. Tra le Regioni del Nord con un alto tasso di addii c’è la Valle d’Aosta.
Il caso delle donne. La distinzione per genere in Sardegna è in controtendenza rispetto a quella nazionale. I dati sugli abbandoni femminili sono infatti in aumento, un risultato che emerge analizzando una tabella Excel del rapporto Istat. Se la media nazionale si abbassa nell’arco di tempo considerato (2004-2013) dal 18,09 al 17, quella sarda segue altre dinamiche. Tutte da studiare. C’è infatti una prima discesa dal 20,7% fino al 16,04% nel 2007. Poi, il trend cambia ancora: con una risalita costante fino al 2013 dove si registra addirittura un 21,03 superiore a quella di partenza.
Il confronto europeo. Nel 2013 il valore medio dell’indicatore nell’Ue28 si attesta al 12 per cento. Tra i paesi che presentano incidenze inferiori al 10 per cento, i più virtuosi sono Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia e Croazia. Nell’ambito dei principali paesi dell’Unione, Francia e Germania si trovano in buona posizione con valori pari rispettivamente al 9,7 e 9,9 per cento, mentre la posizione peggiore è occupata dalla Spagna, con un tasso di abbandoni scolastici precoci del 23,6 per cento. A seguire Malta (20,8%), Portogallo (19,2%) e Romania (17,3%).
I soldi. La legge di stabilità 2016 prevede la nascita di un fondo di 100 milioni di euro per contrastare il fenomeno della povertà educativa, che sarà alimentato da versamenti delle fondazioni bancarie.
Mo. Me.