COMUNALI 2016. Prende corpo la proposta di un patto tra autonomismo e mondo cattolico «Primarie per un terzo polo» Loy: in campo per vincere.
«Non basta limitarsi alla testimonianza: è più utile partecipare per vincere. Oggi più che in passato». Gianni Loy, ex consigliere comunale e professore ordinario di Diritto del lavoro, indossa bene gli abiti del consigliere-regista (pura coincidenza: dopo aver lasciato Scienze politiche fa lo sceneggiatore cinematografico), e lo sfondo offerto dall'imminente campagna elettorale per le comunali 2016 rappresenta un set ideale. «Non per riproporre vecchie liturgie politiche ma per indicare una formula che possa, grazie all'unione di visioni ed energie nuove, imprimere una svolta nel rapporto tra cittadino e palazzo».
IL RUOLO Nelle grandi manovre in corso nel centrosinistra e nel centrodestra, Loy non sembra volersi ritagliare un ruolo che esuli da quello da lui stesso indicato: «Garante di una scelta che, spero, porti vigore e freschezza nella politica cittadina». L'operazione suggerita dal professore nasce da un contatto: «Con chi, nel nell'ambito dell'autonomismo, mi ha chiesto cosa avrei fatto se fossi direttamente coinvolto nella sfida politica cittadina». Il ricordo dell'esperienza vissuta a palazzo Bacaredda è stato illuminante: «Quando mi candidai con una civica conquistai l'8 per cento. Testimoniai il mondo che in un certo senso rappresentavo, a cominciare da quello cattolico, dove mi sono formato». Ripetere oggi quell'esperienza non avrebbe senso. «Ho subito detto a Enrico Lobina, attuale consigliere di centrosinistra ed esponente di dell'autonomismo, che i voti conquistati devono pesare e per riuscirci non basta solo testimoniare ma vincere».
LA RICETTA Come, con chi? La ricetta. «Esiste un patrimonio di persone che nel momento delle elezioni si disperde: la loro diventa testimonianza fine a se stessa. Dopo aver individuato un filone, identificato in quello autonomista, ho pensato che questo potrebbe trovare punti di contatto e d'intesa con quello cattolico, mondo che troverebbe per esempio nel giornalista Paolo Matta il suo rappresentante ideale». Non soltanto l'incontro di due ambiti della società. «Conoscersi vuole dire condividere un percorso ma anche, succede in politica, cercare una sintesi e qualcuno, noto e con un buon seguito, che la trasformi in proposta politica vincente: Lobina e Matta potrebbero confrontarsi nelle primarie e poi fare squadra». Con Loy garante: «Non avrò nessun altro ruolo». Lobina e Matta non si conoscevano: «Credo che abbiano accolto con favore la proposta e in loro ho letto la volontà di procedere in accordo». Con l'obiettivo - dopo le primarie - di sfidare centrosinistra e centrodestra. «Nascerebbe un terzo polo, con proposte chiare e semplici». Una: «Che ponga al centro di tutto la città e i cagliaritani».
Pietro Picciau