« G li artisti che ancora non conoscevano Cagliari sono rimasti stupiti dal pubblico. Lo hanno definito “perfetto”». A godersi il successo della seconda edizione di “Sa Ruga Vico II”, festival internazionale di arti di strada, è Mirko Ariu, uno degli organizzatori della kermesse («ma prima di tutto noi siamo artisti» precisa) e membro dell'associazione culturale “Circo Mano a Mano”.
Per due giorni (ieri e venerdì) il quartiere di Stampace ha ospitato clown, giocolieri, maghi, acrobati, musicisti e teatranti, trasformando il rione in un grande palcoscenico a cielo aperto. Misuratore del successo del festival è stata la scalinata di Sant'Anna dove gli artisti provenienti dalle più svariate realtà del circo contemporaneo, dell'arte di strada e della scena musicale sarda, italiana e europea hanno accolto il pubblico delle grandi occasioni. «Il colpo d'occhio è stato forte. Già nella serata di venerdì si contavano nelle gradinate tremila persone», racconta Ariu. «Numeri che ci danno ragione: il festival sta crescendo e il pubblico gli dà il valore che merita». Anche lo chapiteau, il tendone da circo montato in via Fara dalla compagnia Side Cirque e che ha ospitato diversi spettacoli, è stato accolto con entusiasmo. «Ha regalato un nuovo volto a quello che tutti ricordano come l'ex campo da calcio degli stampacini, trasformandolo in luogo di ritrovo per artisti e visitatori». Ulteriore riprova che tutto è andato bene? L'assenza di lamentele davanti alla chiusura del traffico fino a mezzanotte (tasto dolente per i cagliaritani): «I residenti si sono aperti all'arte». Insomma non c'è spazio per le polemiche. Neppure per quella linguistica sul nome della rassegna. «Se si fa un festival a Cagliari si deve sapere che in campidanese si dice s'arruga e non sa ruga » sottolinea qualcuno. «Conosciamo le varianti - sorride Ariu - non è un errore. Semplicemente una scelta. Il nostro festival continuerà a chiamarsi così l'anno prossimo ed anche fra ventanni».
Simona Arthemalle