«Una zona umida che può produrre una grande ricchezza» - In arrivo 15 milioni dalla Regione: in un convegno tutte le idee per la valorizzazione
Pochissimi sanno che i pomodori secchi sono stati inventati proprio qui. A pochi metri dal Teatro delle saline (l'unico storico rimasto a Cagliari) dove si è tenuto il convegno dal titolo “Il presente e il futuro delle Città del Sale: esperienze di recupero economico e culturale delle saline storiche del Mediterraneo”. E il pomodoro secco fu un'invenzione furba per contrabbandare il sale dentro i pomodori. Proprio contrabbando, perché in Sardegna era esente da dazi mentre nel resto d'Italia andava venduto in tabaccheria assieme a sigarette e francobolli. Che cosa resta ora di tutta quella ricchezza? Poco sotto il profilo economico e occupazionale. Ma moltissimo da un punto di vista storico e culturale. E la Regione ha deciso di investire in questa grande risorsa. E ha stanziato quindici milioni di euro per la riqualificazione del comparto archeo-ambientale e altri cinque per offrire servizi e organizzare la produzione del sale.
GLI INTERVENTI Vincenzo Tiana, presidente dell'associazione per il parco di Molentargius, ha ripercorso la storia del sale e delle saline cagliaritane. Il termine “salario” deriva proprio dal “salarium romano”, quando il sale veniva usato come moneta. L'obiettivo per il futuro è che gli venga ridato valore. «Come fanno a Cervia, Margherita di Savoia, Trapani». Dove hanno prodotto pillole di sale utilizzate dai giapponesi per salare la pasta. «La prospettiva è una salina produttiva altamente compatibile con ambiente e molla di sviluppo per l'area cagliaritana. Un grande parco delle zone umide», ha detto Tiana.
LE PROPOSTE A moderare il dibattito, ieri, il giornalista Lello Caravano che ha solleticato Giampiero Sammuri, presidente nazionale Federparchi. «Se siete matti a non utilizzare questa risorsa? Forse. Io faccio come i giapponesi. Vado in giro a vedere cosa fa il mondo e provo a migliorare. A Cagliari avete tutto ciò che serve. Tutte le possibilità. Con questi finanziamenti potete veramenta fare cose straordinarie». Cosa si può fare? «Tutto. Dal commercio alle terme e aree benessere», spiega Andrea Santulli dell'Università di Palermo. «L'idea ci piace, piace qualisasi progetto che dia sviluppo alla nostra area», ha aggiunto Tiana. Santulli ha tenuto un'interessantissima relazione sulla biodiversità, un vero e proprio valore aggiunto nella cura sostenibile delle saline. «Vanno sfruttate in maniera sostenibile, perché restino ai nostri figli». E Giulio Calvisi del ministero dell'Ambiente, ha fatto spiegato che «dobbiamo essere ambiziosi nel cercare le risorse economiche: abbiamo una delle zone umide più vaste e straordinarie d'Italia».
I FINANZIAMENTI Intanto Molentargius si prepara ad accogliere 20 milioni dalla Regione: cinque volte più di quanto lo Stato finanzi per tutti i parchi in Italia. «È un'occasione da cogliere. Possiamo riuscirci perché fa parte della nostra identità». Pratico ed essenziale Carlo Schirru, che fa le veci del presidente del Parco Lalla Pulga. «Dalla nascita del parco a oggi abbiamo studiato tutte le possibilità, ma a tutt'oggi il parco non è stato inserito nel Puc dei Comuni e non esiste neppure un piano stesso del parco. Ci troviamo nella strana situazione in cui interventi importanti vengono realizzati senza pianificazione. Dobbiamo decidere come amministratori cosa fare». Sale di qualità? «C'è grande richiesta. Può portare fatturato, ricchezza e occupazione. Non possiamo continuare a vivere con i finanziamenti regionali come abbiamo fatto sinora. Pensate che tenere attive le idrovore costa centinaia di migliaia di euro l'anno. Occorre una pianificazione seria».
LA REGIONE L'assessore regionale dell'Urbanistica Cristiano Erriu, in rappresentanza della Giunta, parla chiaro: «Le sfide emerse qui, con gli esempi di Sicilia e Cervia, devono essere praticate con profitto». Paola Zizola che studia sviluppi del parco pone alcuni problemi. «Occorre una riqualificazione perché le saline erano state chiuse per inquinamento ambientale. Occorre prima risanare».
Virginia Saba