Comune.
L'opposizione critica la delibera del Consiglio. Farris (FI): non ha sostenibilità
Per qualcuno è solo il punto di partenza per un cambiamento radicale della città, altri lo giudicano un mero esercizio di scrittura: vuoto e senza prospettive. La fase delle osservazioni non è ancora iniziata, ma il Piano particolareggiato del centro storico approvato mercoledì dal Consiglio comunale fa discutere. Maggioranza e opposizione (che ha preferito astenersi piuttosto che votare contro) sono d'accordo su un punto: la precisione con cui fotografa lo stato degli edifici dei vecchi quartieri della città. E non solo quelli di proprietà comunale. L'orizzonte sul futuro del capoluogo si spinge sino a immaginare un immenso parco urbano che parte dall'ex carcere di Buoncammino, attraversa l'Anfiteatro, l'Orto botanico, il Palazzo delle scienze, e arriva alle cliniche e all'ospedale Civile. Il Ppcs, però, guarda anche ad aspetti meno impegnativi, ma più concreti, come il frazionamento degli immobili, l'installazione di impianti fotovoltaici e la sistemazione di tavolini e ombrelloni di locali pubblici. Fissa anche concetti determinanti per il recupero degli Spazi liberi, sino a ieri chiamati vuoti urbani.
LE CRITICITÀ Giuseppe Farris (FI) non risparmia critiche a un «Piano che non ha alcuna sostenibilità. Non esiste un documento economico e un cronoprogramma. È completamente svincolato da quello che è utile per la città. Non solo - aggiunge Farris - non si tiene conto del mutamento dei corpi sociali. Il capoluogo dovrebbe essere una città universitaria. Invece no, perché gli studenti non riescono a far vivere il centro storico». Per Pierluigi Mannino (Patto per Cagliari) «ancora non c'è niente di concreto. La Giunta guarda al futuro, intanto sono passati quattro anni e non ha concluso niente. Comunque - precisa - il piano particolareggiato è un punto di partenza». Più ambiziose le aspirazioni di Gianni Chessa (Psd'Az). «Bisogna osare e andare oltre il piano. Sarebbe opportuno coniugare il sacro con il profano e dare aspettative a chi ci vive». Tradotto? «Ci vuole coraggio: sono per il falso storico. Meglio demolire e ricostruire con materiali moderni che ristrutturare, ovviamente rispettando fedelmente il disegno originale».
UNO STUDIO APPROFONDITO «Il Ppcs offre indirizzi su come utilizzare gli strumenti urbanistici». Francesca Ghirra (Sel) rispedisce al mittente le accuse sul piano particolareggiato. «Finalmente è stato adeguato il territorio al Ppr regionale. Il centro storico era bloccato dal 2006, ora sappiamo finalmente cosa si può e cosa non si può fare». Matteo Lecis Cocco Ortu ha il copyright sugli Spazi liberi . «Non chiamiamoli più vuoti urbani: devono diventare luoghi di aggregazione o di utilità». Un esempio? «Palazzo Aymerich che si presta a due scenari: cristallizzare il rudere per trasformarlo in spazio della memoria o realizzare un piccolo volume per servizi pubblici». Infine Davide Carta: «In maniera puntuale abbiamo immaginato come dare valore al centro storico e riqualificare Pirri. Ora - conclude - il confronto con i cagliaritani».
Andrea Artizzu