Sottoscritto il contratto con l'impresa che eseguirà i lavori. Già pronto anche il secondo lotto
Contratto firmato, è solo questione di giorni per l'avvio del cantiere e la messa in sicurezza dell'area di via Peschiera e via Marengo. Primo lotto, un milione e mezzo di euro immediatamente spendibile e un progetto che metterà fine al rischio di crolli in questo rione affacciato su piazza d'Armi e Tuvumannu.
IL SÌ L'altra mattina il Comune e la società sarda vincitrice dell'appalto hanno sottoscritto l'accordo che darà via agli interventi mentre è già approdato all'ufficio per la stipula dei contratti anche il secondo lotto che riguarda via Pastrengo e via Castelfidardo e che può contare su una copertura finanziaria di un milione di euro. Altri 800 mila euro sono invece i quattrini che consentiranno la messa in sicurezza di piazza d'Armi e delle sue cavità.
Per il rione di via Peschiera è in fase di progettazione esecutiva il terzo lotto.
«Dovrà essere completato entro dicembre - avverte il presidente della Commissione Servizi tecnologici, Fabio Marcello - per evitare di perdere i finanziamenti».
LA COPERTURA Di fondi disponibili ce ne sono 3,3 milioni. Per l'eliminazione dei pericoli dal piccolo rione che nell'agosto del 2008 - a causa di una perdita idrica mai risolta e della presenza di cunicoli nel sottosuolo e tra i palazzi - fece i conti con un'immensa voragine, ci vogliono sette milioni e mezzo di euro. «Pensiamo di recuperare la quota mancante dai trenta milioni assegnati dal Governo per il rischio idrogeologico. Quattrini già disponibili in bilancio grazie al premio ottenuto dal Comune per i progetti avviati», ricorda il presidente della commissione consiliare.
LA GIOIA Nella zona di via Peschiera la notizia della firma del contratto è stata accolta con gioia ma anche con la giusta attenzione. Patrizia Tramaloni, che del comitato di quartiere è stata da sempre l'anima più battagliera, avverte: «È nostra intenzione riunirci a brevissima scadenza come è stato chiesto da diversi residenti. Vogliamo avere massima chiarezza sui lavori e soprattutto sull'utilizzo dei macchinari per lo sbancamento. Il timore è che possano compromettere la stabilità degli edifici. Per questo chiederemo un incontro con l'amministrazione municipale così da avere massima chiarezza sul progetto esecutivo». Parola d'ordine, insomma, per il comitato di quartiere, è la trasparenza ma anche la tempistica per i diversi lotti previsti per via Peschiera e dintorni. «Al primo stralcio del progetto di messa in sicurezza sono interessati novanta metri di via Peschiera e via Marengo dall'incrocio tra via Peschiera e via Montenotte per una cinquantina di metri. I tempi di esecuzione sono di 250 giorni», spiega Fabio Marcello.
L'ASSESSORE «Sarà realizzata una rete di cunicoli attrezzati sotto il piano stradale che conterranno, al loro interno, tutti gli impianti tecnologici. Allacci e condotte, le tubazioni delle acque bianche separate da quelle fognarie, rete del gas e della fibra ottica. In concreto - precisa l'assessore alla Mobilità, Mauro Coni - verranno realizzati dei cassoni facilmente ispezionabili attraverso i tombini per evitare di sfondare il manto stradale in caso di necessità».
Un progetto pilota sperimentale che riguarderà trentaduemila metri quadrati su cui il Comune ha firmato un'importante scommessa.
«Il nostro rione - sostiene Tramaloni - ha bisogno di un intervento unitario. I sottoservizi non possono interessare solo una parte del rione ma l'intero quartiere. Per questo vogliamo avere chiarezza sulla copertura finanziaria e sulla reale possibilità di interventi complessivi e non solo parziali. Il Comune deve dirci quali altri lotti sono stati finanziati e quali tempi ci vorranno per l'assegnazione di tutte le opere».
IL PIANO La zona racchiusa tra le vie Pastrengo, Goito, Marengo, Castelfidardo e Montenotte è stata classificata area ad alto rischio smottamenti e inserita nel piano Sink-hole. Riconoscimento, quest'ultimo, ottenuto dopo lunghi anni di battaglie dall'Agenzia regionale di distretto idrografico, senza il quale non sarebbe stato possibile conquistare i finanziamenti per l'abbattimento del rischio idrogeologico. Tra l'altro, dopo l'alluvione che colpì Olbia, i fondi già assegnati per questo rione vennero dirottati dalla Regione verso il nord Sardegna. Una beffa che il comitato di quartiere non vide di buon occhio e che scatenò la dura reazione dei residenti. Sopita solo da una rassicurazione che neppure un euro sarebbe stato perso per questo rione cagliaritano.
Andrea Piras
PIAZZA D'ARMI. Un piano anticedimento da 800mila euro Iniezioni d'argilla nella voragine
Ottocentomila euro per salvare piazza d'Armi e allontanare una volta per tutte lo spettro del crollo. L'ultimo dei quali si era verificato quasi quattro anni fa. Allora - era febbraio - l'asfalto piombò verso il basso. Una voragine che preoccupò non poco i residenti ma anche studenti e docenti della facoltà di Ingegneria costruita in parte sopra l'immensa voragine. Una delle tre cavità su cui “poggia” la piazza. Una parte del Dipartimento, e in particolare i laboratori Grandi modelli, per via dello smottamento, venne chiusa.
Ora si attende solo il via dei lavori. Gli ottocentomila euro di fondi regionali che serviranno per dare stabilità ala piazza sono pronta spesa. Serviranno per colmare l'immensa voragine del sottosuolo con iniezioni di argilla espansa. Un intervento che durerà quattro mesi e che avrà inevitabilmente qualche ripercussione sulla viabilità. Delle due stanze che formano la voragine, una ha urgente necessità di essere riempita per impedire altri cedimenti. (a. pi.)