Cagliari Capitale In piazza del Carmine la performance di Maurizio Saiu e Nezaket Ekici
Gli scacchi diventano l'occasione di dialogo
C affè, uva, terra, farina, sale, lana e poi pietre. L'impatto visivo è l'alternarsi del bianco e del nero, proprio come in una scacchiera. Uno sguardo più attento aiuta a rintracciare però le sfumature dei colori che diventano più grigi, rossastri, avorio. Giusto come i pezzi che si muovono tra le caselle: non sono né torri né alfieri, neppure re e regine, ma 36 visi e corpi di uomini e donne, arrivati a Cagliari da luoghi lontani come Guinea, Mali, Gambia, Senegal, Gana, Burundi, Sierra Leone, Etiopia e Costa d'Avorio; alcuni già residenti nell'Isola, altri che chiedono asilo. Ieri sera, grazie al tempo clemente, hanno animato “Vivo Invisibile”, l'originale partita a scacchi, realizzata dal coreografo Maurizio Saiu e dall'artista turco-tedesca Nezaket Ekici, con il supporto musicale della Snake Platform Orchestra di Daniele Ledda. Una disputa custode di un messaggio chiaro: ci si incontra, si scambiano le idee, ciascuno porta qualcosa di diverso (uva, farina, sale), ci si confonde. Alla fine, i confini iniziali così chiari e marcati scompaiono per diventare un malting , una miscellanea di colori e di culture. Testimoni della stagione di grandi cambiamenti.
Inserita in Cagliari Capitale della Cultura 2015, che ha avuto tra i suoi fili conduttori quello di ricucire i margini, integrare le periferie, la performance “Vivo Invisibile” racconta molte storie. A cominciare da quella comunità del Bangladesh, a Cagliari, dove il gioco degli scacchi è molto praticato. A scoprirlo, nelle sue esplorazioni cittadine, è stato Maurizio Saiu, che si è ritrovato in piazza Matteotti a giocare con loro. Nato in India, importato in Occidente, il gioco degli scacchi è logico, matematico, richiede concentrazione. Ma nonostante questo si può aprire ad altri accadimenti. Ne era sicuro Marcel Duchamp, che al gioco degli scacchi, praticato fin da bambino, ha dedicato molte opere. Nella piazza del Carmine, l'artista è citato con una delle installazioni più celebri, l'orinatoio presentato, nel 1917, come “Fontana”.
Gioco degli scacchi per incontrare ancora chi non si conosce. Nel primo pomeriggio, sotto lo sguardo buono della Madonna, è stata disputata la finale del torneo (organizzato in collaborazione con l'A.S.D. circolo scacchistico cagliaritano) con giocatori di molte nazionalità. La giornata è stata realizzata grazie all'aiuto del Teatro Lirico di Cagliari e della Caritas di Cagliari. (c.p.)