Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ecco come suona il mio violoncassa» “Live Electronics”, oggi c'è Beneventi

Fonte: L'Unione Sarda
5 ottobre 2015

Amici della Musica di Cagliari

 

 

S i riconferma forte l'attenzione della città alla musica contemporanea. O forse, meglio, alla “nuova musica”, traslando dal tedesco “neue musik”, per evitare una definizione per alcuni superata. O, ancora, alla “musica plurale” che, come oggi avviene, abbraccia un'estrema varietà di idee, linguaggi e stili. Prende oggi il via a Cagliari, alle 10.30 con un seminario introduttivo al conservatorio Pierluigi da Palestrina, il V Festival di Musica Contemporanea, organizzato dall'associazione Amici della Musica e dedicato ai “Live Electronics”. Sei i concerti elettro-acustici e acusmatici previsti nella Chiesa di Santa Chiara di Cagliari sino all'8 ottobre. Questa sera alle 20 sarà protagonista il duo composto da Simone Beneventi, percussioni, e Andreas Fisher, voce, cofondatore, quest'ultimo, del Neue Vocalsolisten di Stoccarda.
Ne abbiamo parlato con il percussionista emiliano, virtuoso vincitore con RepertorioZero del Leone d'argento alla BiennaleMusica di Venezia nel 2011.
L'interesse per la musica contemporanea?
«Ho iniziato come percussionista classico, ma ho mosso velocemente i primi passi nel contemporaneo. Poi, la città da cui provengo, Reggio Emilia, ha una storia di grande attenzione alla musica contemporanea e alla sua diffusione».
Il duo con Andreas Fisher?
«Una scelta dettata non tanto dal repertorio, invero piuttosto scarso, ma dal nostro desiderio di fare musica insieme. Per questo commissioniamo musiche per il duo proprio come avvenuto per il pezzo scritto da Lucio Garau che sentirete. Suonerò uno strumento di mia costruzione, il violoncassa, una sorta di grancassa con corda di violoncello al centro».
L'attenzione per la musica contemporanea in Italia?
«In Italia o altrove il pubblico è curioso e desideroso di novità ed esperienze nuove. La sfida sta nell'intercettare la curiosità e proporre i vari repertori eseguiti introducendoli nel modo giusto».
Luisa Sclocchis