SAN MICHELE. Contestato il doppio muro davanti alla Medaglia Miracolosa
La rabbia esplode di prima mattina: «Siamo poveri ma non ci piace essere presi in giro». Padre Nostro e Ave Maria a San Michele si recitano in chiesa, all'aperto la preghiera è un'altra: «Buttate giù questo muro». Lo dicono i religiosi, lo ribadiscono ambulanti e residenti, puntando il dito contro l'ecomostro di cemento spuntato davanti alla chiesa della Medaglia Miracolosa. E lo mettono anche nero su bianco, nei cartelloni comparsi ieri mattina sulla recinzione di metallo che blinda la piazza, protagonista dei - contestatissimi - lavori di riqualificazione. San Michele no discriminazioni, giù i muri subito , si legge nel primo. Tutti i muri sono fatti per essere abbattuti, Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo , recitano gli altri. La rivolta popolare partita qualche settimana fa s'incendia dopo le dichiarazioni dell'assessora ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras («prima dell'avvio dell'intervento sono andata sul posto insieme al sindaco Zedda, abbiamo informato gli ambulanti e il parroco, mai una contestazione»).
«Non è vero, nessuno ci aveva parlato di questo orrore», replicano gli ambulanti. «Abbiamo visto il muro a lavori ultimati, questo scempio l'hanno voluto sindaco e assessore, non certo noi», protesta Tore Balestrini. «Non ho mai dato il consenso per questo muro», chiarisce il parroco Beniamino Gallistru. «Amministratori e progettisti si assumano la responsabilità della loro opera, senza scaricarla sui parroci. Il muro non ci piace, continuiamo a dirlo». Interviene anche padre Nando Manzoni, l'ex parroco trasferito a Firenze: «I fedeli mi hanno inviato le foto del muro, è orribile. Qualche anno fa si era iniziato a parlare di riqualificare la piazza, il progetto che mi era stato illustrato prevedeva due scalinate ai lati della chiesa, non c'era certo questo scempio».
«San Michele è un quartiere con gravi problemi, siamo poveri ma non per questo ci facciamo prendere in giro», commenta Rosa Bassu, ex consigliera della circoscrizione numero 2. «L'assessora gioca con le parole, chiama i muri setti ma la sostanza non cambia. Non si può amministrare una città contro il volere dei cittadini, questo muro ci è stato imposto con prepotenza». Claudio Mudu, portavoce del comitato cittadino San Michele e dintorni le fa da spalla: «Nel quartiere c'è molto malumore, stiamo cercando di contenere la rabbia dei cittadini per dare un segno di civiltà. Ma andremo avanti», annuncia. «Rinnoviamo l'invito a sindaco e assessora di venire in piazza a confrontarsi con noi. Così si renderanno conto di persona di questo scempio».
Sara Marci