Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il sole scalda la rabbia dei ricciai

Fonte: L'Unione Sarda
16 marzo 2009

Poetto. I titolari dei chioschi ricevuti in Prefettura, domani manifestazione in Comune

Striscioni polemici e proteste dopo il blitz dei carabinieri

Sotto accusa il sindaco di Quartu, Gigi Ruggeri, ritenuto il responsabile del mancato rinnovo delle autorizzazioni scadute da due anni e mezzo.
Lunghe tavolate e ombrelloni a bordo strada per vendere polpa di ricci e frutti di mare freschi. Nessuna protesta clamorosa. Per ora. I titolari e i dipendenti dei sette chioschi di ricci nel lungomare del Poetto, sequestrati dai carabinieri dei Nas, hanno deciso di manifestare in modo pacifico. Appesi ai chioschi alcuni striscioni. E una domanda: Ok Gigetto, e adesso? “Gigetto” sarebbe Gigi Ruggeri, sindaco di Quartu ritenuto dai ricciai uno dei principali responsabili della chiusura forzata e del mancato rinnovo delle autorizzazioni, scadute nell'ottobre del 2006.
IN COMUNE «Lunedì andremo in Comune per capire quale futuro ci aspetta. Vogliamo risposte rassicuranti». Adriano Pandolfi è il proprietario del chiosco Ricciomania. Ci lavorano, regolarmente assicurati, 26 dipendenti. Venerdì si è sentito male: «Improvvisamente», racconta, «ho visto anni di sacrifici e investimenti andare in fumo. Vendendo i ricci in strada vogliamo sensibilizzare le tante persone che nel weekend passeranno al Poetto. Poi busseremo agli uffici competenti». Un primo passo lo hanno già fatto. I titolari dei sette chioschi (Ricciomania, L'afrodisiaco, La casa del pescatore, Sapori di mare, Agripesca Pellegrino, Al solito posto, Il riccio) sono stati ricevuti dal vice prefetto Bruno Corda che ha ascoltato la ricostruzione dell'intera vicenda. Una vicenda che potrà sbloccare solo l'amministrazione comunale quartese.
DISOCCUPATI Sotto un sole beffardo («Il tempo in questi mesi non ci ha aiutato, ora che siamo costretti a tenere chiuso c'è un sole che spacca le pietre», osserva con ironia un giovane mentre spolpa un riccio) tantissimi quartesi e cagliaritani affollano comunque le tavolate improvvisate davanti ai chioschi sequestrati. I titolari hanno potuto recuperare i frutti di mare, l'altro cibo e le bevande allestendo così delle bancarelle nei parcheggi. Un'iniziativa graditissima. Per i dispetti politici 26 dipendenti sul lastrico , sentenzia un altro striscione polemico. «Ci hanno messo in strada e non ne capiamo il motivo», dicono due giovani camerieri di un chiosco. Accanto ai venditori anche i pescatori professionisti. «Siamo in venti», spiega Franco Melis, «a rifornire ogni giorno i chioschi. Grazie a questa attività, regolare, campano un centinaio di persone. Forse qualcuno ci vuole obbligare a diventare abusivi? Spero proprio di no anche se non vedo alternative nel caso i chioschi dovessero chiudere definitivamente». Oggi nuova vendita all'aperto. Domani invece la protesta sbarcherà in Comune.
MATTEO VERCELLI

15/03/2009