I precedenti Storie di tanti ex campioni



Le scelte di vita di ex calciatori che decidono di eleggere Cagliari a loro seconda patria non sono certo una novità. Negli ultimi quarant'anni sono stati almeno due i periodi nel quale il fenomeno si è manifestato con particolare continuità: gli anni a cavallo tra i '60 e '70 (quelli dello storico scudetto) e tra i '70 e gli '80. Basta scorrere la rosa dei campioni d'Italia per rendersi conto che in città si è stabilita una piccola-grande colonia di quel gruppo: Martiradonna, Tomasini, Reginato, Nené, Greatti, Brugnera e naturalmente Gigi Riva: «La mia scelta l'ho fatta definitivamente nel 1968 e poi nel 1971, quando rifiutai le offerte che arrivavano dalle squadre del nord - dice l'ex bomber rossoblù - ho scelto di rimanere a giocare nel Cagliari anche e soprattutto perché ero innamorato di questa città e di quest'Isola. A me, che arrivavo dal freddo e plumbeo nord Italia, piaceva e piace soprattutto il clima. E poi il carattere delle persone. Non ho mai pensato di andar via, neanche ora che sto per arrivare a compiere 65 anni».
Mario Brugnera, centrocampista che nella squadra dello scudetto stava spesso in panchina, è stato l'ideale congiunzione con la formazione che nel 1980 seppe arrivare al sesto posto con Tiddia in panchina. Con lui c'erano Bellini, Quagliozzi e Gattelli, che a fine carriera hanno scelto di eleggere il capoluogo sardo come seconda patria: «Non sarebbe potuto andare diversamente, vista l'alta qualità della vita che questa città ha saputo offrire a noi giocatori». Prima ancora era stato Roccotelli (a Cagliari a metà degli anni '70) a fare una scelta simile.
Negli ultimi anni, poi, si è registrato un altro fenomeno: nella squadra Primavera rossoblù hanno trovato spazio Marco Francescoli e Claudio Herrera, figli di Enzo e José, indimenticati beniamini uruguaiani del Cagliari che a inizio anni '90 seppe guadagnarsi l'accesso alla coppa Uefa. ( a. mur. )

16/03/2009