VENERDÌ, 13 MARZO 2009
Pagina 1 - Cagliari
Dossier. Lo rivela un’indagine dell’università
CAGLIARI. La gestione finanziaria dei Comuni italiani? Nella maggior parte dei casi non viene stilata in base ad obiettivi da raggiungere e, come se non bastasse, le amministrazioni evitano accuratamente di pubblicare dei report consuntivi che indichino i risultati raggiunti. Il desolante quadro emerge da uno studio effettuato da una equipe di esperti della facoltà di Economia dell’università cagliaritana per conto dell’Osservatorio per la finanza e contabilità degli enti locali del ministero dell’Interno. Il team, guidato da Aldo Pavan, ha illustrato i risultati ieri mattina a palazzo Viceregio durante un convegno dedicato al tema della contabilità pubblica e ai cambiamenti della gestione economica e finanziaria dei Comuni. ‹‹A distanza di quindici anni dall’attuazione della riforma contabile - si legge nello studio - la differenza tra realtà operativa delle amministrazioni e aspettative si presenta veramente ampia››. Se da un lato lo studio rimarca come vi sia stato un miglioramento del metodo tradizionale di contabilità finanziaria, dall’altro segnala ‹‹una programmazione di medio periodo fortemente carente››. E’ poi paradossale il rapporto ‹‹tra la dichiarata attuazione degli inventari e la persistente disattenzione nella gestione del patrimonio››. Per i professionisti che hanno curato la ricerca, uno dei punti negativi maggiormente riscontrati risiede nella constatazione che ‹‹la cultura dell’adempimento formale continua a prevalere su quella dell’attenzione alle risorse in funzione dei risultati di utilità››. Come risolvere i problemi riscontrati? Secondo lo studio, è importante tenere in debito conto il fatto che la ricerca abbia ‹‹mostrato il disagio degli operatori davanti a una normativa troppo impegnativa per i piccoli enti e, probabilmente, non sufficiente per i grandi››. In sostanza, i ricercatori hanno dimostrato dati alla mano che nella maggior parte dei casi i disagi vissuti dagli enti locali sul versante dell’amministrazione contabile siano strettamente connessi al fatto che la legge di riordino non prenda in considerazione la grandezza dei Comuni ma fissi delle regole generali che, in molti casi, non possono essere applicate per carenza di personale e di fondi. Infine lo studio ha indicato quali sono le informazioni fornite dai Comuni per le quali i cittadini mostrano più attenzione: secondo il campione formato da 508 responsabili dei servizi finanziari comunali, gli argomenti più sentiti riguardano le tariffe (95 per cento) e la qualità e quantità (88 per cento) dei servizi erogati dai Comuni. Più scarso l’interessamento sui costi di produzione (56 per cento), sull’indebitamento degli enti (49 per cento) e, quasi per contrappasso, sull’efficacia dei controlli contabili effettuati dalle amministrazioni (47 per cento). (p.s.)