CORSO VITTORIO EMANUELE. La speranza: sia rispettata la conclusione
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«I disagi ci sono, ma vanno sopportati». Da due giorni chi lavora e abita nel corso Vittorio Emanuele, nel tratto fra via Sassari e via Giovanni Maria Angioy, è ostaggio delle transenne di un cantiere per la posa delle tubature dell'acqua. Per alcuni mesi dovranno convivere con operai, ruspe e autocarri impegnati negli scavi. Una rivoluzione anche per gli automobilisti provenienti da piazza Yenne che sono costretti a svoltare in via Angioy o proseguire per via Portoscalas. Nessun intoppo, dopo un lungo periodo di passione, per chi percorre via Sassari: potrà svoltare a sinistra e proseguire nel tratto del Corso non interessato dai lavori. Il progetto (che si concluderà il 29 marzo dell'anno prossimo con s'incontru in piazza Yenne con i tubi in arrivo da via Mameli e dal largo Carlo Felice) si svilupperà in due tranche: la prima è in corso, la seconda prevede l'intervento nel Corso da via Angioy a piazza Yenne.
SACRIFICI NECESSARI Il martello pneumatico di un bobcat perfora l'asfalto. Sotto lo strato di catrame spuntano le vecchie rotaie del tram. Un escavatore provvede a separarle dagli inerti che finiscono sul cassone di un camion. Oltre le transenne una squadra di pensionati sentenzia sull'andamento delle operazioni. Tutt'intorno la vita sembra procedere al rallentatore, senza auto.
«Gli affari sono crollati del 50 per cento», afferma Marcello Mortero, dell'Ottica Gasperini. «Però non c'è alcun dubbio: le opere sono da fare, stringiamo i denti e andiamo avanti. Niente a che vedere con i lavori del 2004 quando, durante la realizzazione della piazza, siamo rimasti intrappolati per un anno e mezzo a causa di continui slittamenti sulla conclusione». Sulla stessa linea Gianluca Piras, di Outdoor, un negozio specializzato nella vendita di articoli tecnici per il tempo libero, al numero 64: «Per ora sembra che i lavori procedano senza intoppi, anche se le polemiche non mancano. È chiaro che il cantiere causi disagi a commercianti e residenti, ma quando sarà concluso ci saranno vantaggi per tutti. Purtroppo - aggiunge - il cagliaritano vuole parcheggiare l'auto di fronte al negozio, magari in doppia fila. E questo, soprattutto durante queste attività, non è possibile».
IL TIMORE Alfonso Bifulco, dell'omonima rivendita di calzature, è impegnato nella sistemazione di alcuni scatoloni di merce. Non risparmia le critiche: «Si poteva fare diversamente, i lavori andavano eseguiti in modo meno invasivo. Chiudere una strada così importante per tanto tempo crea notevoli fastidi a chi abita o lavora nel Corso». Un suggerimento? «Non sono un tecnico, ma sarebbe stato opportuno lavorare in metà carreggiata per permetter alle auto il transito nella parte libera». Bifulco ha una speranza. «Mi auguro che il termine sia rispettato. A gennaio iniziano i saldi e iniziare l'anno in queste condizioni non sarà il massimo».
UN PARCHEGGIO PER DISABILI Tra la farmacia e le transenne c'è appena un metro di distanza. «Il lavoro è calato, i danni sono gravi. Abbiamo appena superato i disagi della chiusura di via Sassari e ora si ripresenta la stessa situazione nel Corso», spiega Maria Cristina Fasciolo. «Anziani e disabili avevano un posto riservato per l'auto, che adesso è stato eliminato. Chiediamo al Comune che ci conceda un'area di sosta in via Sassari».
Andrea Artizzu