Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Regione: dal governo vogliamo un piano

Fonte: La Nuova Sardegna
27 agosto 2015


Pigliaru: pronti a fare il nostro dovere, ma serve una vera programmazione dei flussi e certezza sulle procedure
 

CAGLIARI. Il tono è carico di garbo istituzionale, ma tra le righe il governatore Francesco Pigliaru fa capire di non gradire troppo che l’isola diventi una testa di ponte dell’accoglienza dei migranti. O meglio che non ci siano certezze su quanti siano e su come gestirli. Per questo chiede un immediato intervento di governo e Ue.
L’appello. «La Regione ritiene doveroso prestare il proprio apporto umanitario all’emergenza di migranti – dice Pigliaru –. Ma è doveroso da parte del Governo nazionale, come abbiamo fatto più volte rilevare, programmare i flussi ed evitare che arrivino migranti che qui non vogliono restare. È un danno per loro e un aggravio inutile per le forze di accoglienza. Inoltre impedisce il vero coinvolgimento dei Comuni». Pigliaru vuole certezze e sul tavolo mette subito i numeri dei migranti nell’isola.
Le cifre. Alla Sardegna è stata assegnata una quota del 2 per cento del totale dei migranti. Una delle percentuali più basse d’Italia. Il 13 agosto il ministero ha previsto un incremento delle quote per tutte le regioni. Alla Sardegna sono state assegnate ulteriori 1078 unità. La quota è così passata al 2,96%. Nell’isola possono essere assegnati in totale 3240 migranti. Ora ci sono 2469 migranti nell’isola, divisi nelle 61 strutture del territorio.
Serve un hub. All’arrivo in Sardegna dei migranti si attiva un protocollo che disciplina attività e compiti. La Regione ha più volte richiesto l'attivazione, con risorse adeguate, di un hub di appoggio nell’area di Cagliari per poter fare i controlli nelle prime 72 ore senza dover spendere risorse per strutture semovibili che, in ogni caso, fino a ora hanno funzionato con efficienza grazie a perfetto coordinamento.
Richieste di asilo. Anche nell’isola molti migranti presentano richiesta di asilo politico. Le domande sono esaminate dalle Commissioni territoriali in un termine medio di sette mesi. La maggior parte sono respinte, circa l’80 per cento. Ma quasi sempre c’è l’ automatica impugnazione davanti al tribunale, con la conseguenza che la permanenza, che dovrebbe essere limitata a un periodo di qualche mese, può arrivare anche a due anni.
Partiti altri 100. Un altro centinaio di migranti eritrei sono partiti con destinazione Civitavecchia e Livorno. Oggi dovrebbe essere il giorno dell'ultimo scaglione. Facendo un po’ i conti circa un terzo dei profughi, in totale 963, arrivati lunedì mattina al Molo Rinascita dovrebbero aver lasciato l'isola entro questo pomeriggio. Gli altri? Tutto secondo le previsioni e il programma prestabilito. Con la distribuzione dei nuovi arrivati nei centri già collaudati dalle precedenti ondate.
La dislocazione. La ripartizione è nota: nelle strutture della provincia di Cagliari sono andati 124 migranti (più gli eritrei alla Fiera), a Sassari 291, 195 a Nuoro e 90 a Oristano. Il principio è quello del turn over: sono tanti gli ospiti che chiedono di raggiungere parenti e amici in Francia, Germania (soprattutto in Baviera) o Regno Unito. E gli eventuali nuovi arrivi sono legati allo svuotamento di bed and breakfast già utilizzati in passato. Possibile anche un allargamento del numero delle strutture da mettere a disposizione. Intanto continua la gara di solidarietà soprattutto a Cagliari con tante persone che stanno prestando servizio di volontariato nei padiglioni che
a maggio aprono le porte per l'esposizione della Campionaria.
In prima linea. Tanti gli aiuti arrivati al padiglio della Fiera. Il Comune di Cagliari su tutti, ma anche tanti privati che hanno offerto pasti e generi di prima necessità. Ma ci sono anche tanti cittadini in prima linea.