Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ex Alfieri, il no del Comune

Fonte: L'Unione Sarda
25 agosto 2015

VIA DELLA PINETA.

Il cineteatro costruito nel 1962 da Umberto Cossu è chiuso da 5 anni

Stop al progetto di un'area commerciale con case e parcheggi


Era un teatro e un cinema. Adesso è vuoto e, per ora, non si trasformerà in un'aera commerciale con sopra appartamenti e sotto un parcheggio multipiano su due livelli: il Comune ha detto no al progetto di trasformazione dell'ex Alfieri, in via della Pineta. Un pezzo di storia della città che non riesce a vivere una pagina nuova, dopo la chiusura del cineteatro nel 2010 decisa dai proprietari.
La prosa non rendeva più, così ecco il piano, con demolizione e ristrutturazione proposte dalla “Attività industriali e commerciali Srl”, che fa capo alla famiglia Cossu. Venerdì è arrivata la risposta: l'assessorato alle Attività produttive «rigetta l'istanza per l'autorizzazione all'intervento di ristrutturazione dei fabbricati dell'ex cineteatro Alfieri per realizzare un edificio commerciale al piano terra e residenziale ai piani alti, posti auto al piano pilotis e interrato, via della Pineta, 207-213». La decisione è firmata dal dirigente Antonella Delle Donne ma la determinazione è il risultato di una recente conferenza di servizi: a dire no è stato il servizio Edilizia privata del Comune. Pareri favorevoli, anche se con delle prescrizioni, erano arrivati dagli altri enti che sedevano al tavolo, come Vigili del fuoco e Soprintendenza.
Costruito nel 1962 da Umberto Cossu, l'Alfieri è stato a lungo, negli anni Ottanta, l'unico grande teatro della città, dopo la chiusura del Massimo e in attesa dell'inaugurazione del Lirico. Uno spazio culturale per due generazioni di cagliaritani. Che ha iniziato a entrare in crisi nel nuovo millennio. Fino alla decisione della chiusura, che aveva innescato una grande mobilitazione, anche questa in sintonia con la nuova era: tanto chiasso su facebook in difesa della cultura e di un simbolo della città, oltre 8.000 adesioni alla campagna per il suo salvataggio. Risultati: scarsi. La famiglia Cossu non poteva che andare avanti con il suo progetto. Ma da quattro anni combatte con la burocrazia e per l'ennesima volta esce sconfitta: a giugno la presentazione della nuova Duaap (Dichiarazione autocertificativa unica per la realizzazione di un intervento relativo ad attività produttive), nei giorni scorsi la bocciatura.
Due le contestazioni principali. Il piano è stato presentato come di “manutenzione” e r“istrutturazione” del vecchio Alfieri. In realtà, scrivono dall'Edilizia privata, «l'intervento in oggetto non può essere catalogato come tale, in quanto la prevista demolizione del fabbricato esistente è finalizzata alla costruzione di un nuovo corpo di fabbrica, interamente diverso per forma, dimensioni, caratteristiche e destinazione d'uso dall'edificio esistente». Un'altra storia, sotto il profilo urbanistico e delle autorizzazioni. In più c'è un problema di distanze: «Il nuovo fabbricato in progetto non rispetta i distacchi minimi fra edifici di 10 metri». Tanto basta per rigettare la richiesta, ma dall'assessorato all'Urbanistica aggiungono che non sono ammesse coperture nell'attico, previste, e sarebbe incompleta la documentazione sui parcheggi. Sotto accusa anche alcune carenze del piano acustico.
Le mura del vecchio teatro, stando alle cronache del periodo della chiusura, dovevano iniziare a sparire nel febbraio del 2011. Questa era anche la speranza della famiglia Cossu, promotrice dell'intervento. Guido Cossu parlava di un futuro fatto di «un palazzo moderno e signorile, con due piani di parcheggi sotterranei, forse più di quelli che serviranno ai residenti, e al piano terra un bar o un piccolo market». Ora il padre Raffaele, ingegnere, dopo lo stop, è ancora fiducioso: «Siamo in una fase di trattativa col Comune, le cose potrebbero sistemarsi». Come è successo per l'edificio accanto, già realizzato. Per ora c'è solo lo stop.
Enrico Fresu