Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Abusivi per necessità»

Fonte: L'Unione Sarda
21 agosto 2015


Vivono senza acqua ma vorrebbero mettersi in regola - Da via Cagna a Is Mirrionis fino a Pirri: viaggio nelle case occupate

 

Il viaggio tra i “dannati” senza casa non ha confini. Attraversa la città senza tener conto dei quartieri: da via Cagna a Is Mirrionis, passando per Pirri. Loro, gli “abusivi”, avrebbero fatto volentieri a meno di “buttar giù” porte e occupare aule fatiscenti di quelle che sono state scuole o immobili, a rischio crollo, di proprietà della Regione. «Sappiamo di violare la legge ma non abbiamo alternative», dicono in coro. «Anche facendo dei lavoretti non possiamo permetterci di pagare un mutuo o un affitto. E pur di dare un tetto ai nostri figli siamo obbligati a diventare abusivi».
Ora le quindici famiglie - quasi tutte con bambini al seguito ma non mancano i malati - che occupano le ex scuole di via Zucca e via Flumentepido e la villa diroccata di via Cagna sono costrette a vivere senza acqua potabile. Così si sono riunite nel movimento, “Lotta per la casa Casteddu”: chiedono l'acqua e una casa popolare: «Vogliamo diventare regolari, pagare canone, acqua ed elettricità».
«CI HANNO TOLTO I FIGLI» In via Cagna, in quella che un tempo era la villa del comandante del 68° deposito carburanti dell'aeronautica militare, ora vive una coppia di Sant'Elia. Nicola Pinna e la compagna, insieme ai cinque figli, hanno occupato quello che è oramai un rudere: «Subito dopo Pasqua ci hanno portato via i nostri cinque bambini, affidandoli ai miei genitori. Abbiamo perso la patria potestà solo perché non abbiamo una casa. E da due mesi siamo senza acqua ed elettricità», racconta Nicola Pinna. «Da tredici anni sono incluso in tutte le graduatorie per un alloggio popolare. Mai ottenuto nulla. Così ho occupato sei abitazioni. Io e mia moglie lavoriamo duramente ma è impossibile trovare una casa da prendere in affitto a prezzi accessibili». Le istituzioni non danno risposte: «Ci sono appartamenti di Area e del Comune vuoti. Molte assegnazioni sospette e strane. La fiducia è al minimo ma la speranza è l'ultima a morire».
DA DUE ANNI SENZA ACQUA Chi sta peggio sono le quattro famiglie che abitano nella ex scuola di via Flumentepido. Nel cancello d'ingresso ci sono anche le cassette delle lettere di chi ci vive. Da due anni però non hanno l'acqua. Ogni tanto passa l'autobotte del Comune. Nelle vecchie aule ci sono due giovani coppie e una persona malata. Il primo a occupare è stato un anziano. «Quando? Più di dieci anni fa», dicono nel quartiere di Is Mirrionis. Un record. Un triste primato.
Matteo Vercelli

In lotta per il diritto a un tetto
 «Il sindaco Zedda dovrà risponderci entro fine mese»

 

Gli abusivi sono tanti, figli di situazioni diverse e complesse. Da qualche mese la grande novità è la nascita del movimento lotta per la casa Casteddu per il diritto all'abitare. «Dalle situazioni di via Flumentepido, via Zucca e via Cagna», raccontano i promotori, «è nato il primo movimento. Abbiamo ottenuto, dopo una manifestazione in via Roma, un incontro con il sindaco Zedda. Entro la fine del mese ci dovrà ricevere per darci delle risposte agli impegni presi».
La battaglia, in prima battuta, è per restituire l'acqua potabile alle quindici famiglie che occupano le scuole e la villa-rudere di via Cagna: «Ma soprattutto rivendichiamo il diritto a un tetto dignitoso lottando contro i responsabili politici ed economici che costringe molti cagliaritani a occupare abitazioni e immobili oppure a sacrifici ingiusti». Il movimento ricorda che le graduatorie «sono lunghissime».
A Cagliari, secondo il movimento, «ci sono 5.000 case sfitte. È iniziata l'asta per la vendita di diversi stabili della Regione o del Comune. Questi immobili non possono finire nelle mani dei privati ma devono essere utilizzati per dare risposte a queste ed altre famiglie. Inoltre una legge regionale prevede che il 25 per cento di risulta sia riservato all'emergenza abitativa. Dove sono queste case?» (m. v.)