Rassegna Stampa

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A Cagliari il Cep "invecchia": senza lavoro e pochi servizi – Reportage

Fonte: web SardegnaOggi.it
19 agosto 2015

 

 

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Capofila per numero di anziani e ultimo per numero di nuovi nati. Quasi a quota zero gli interventi da parte del Comune, numerose le situazioni di disagio. Il focus a mezzo secolo esatto dalla nascita del rione.


 

 
CAGLIARI – È il quartiere cuscinetto per antonomasia, visto che divide il capoluogo sardo da Pirri. E sembra che il destino abbia voluto giocare con le parole, visto che è noto per essere soprattutto il rione dormitorio. Il Cep resta fermo al palo: tirato su a metà degli anni ’60 attraverso un progetto di edilizia popolare, è oggi simile a una terra di passaggio. Droga e delinquenza sono ormai un lontano ricordo, la mano pubblica rimane invece un sogno. Tra i giovani, chi ha potuto è andato a vivere altrove: i 30-35enni rimasti annaspano tra incertezze e mancanza di lavoro. E, se è vero che il Comune non può dare lavoro, ha però la possibilità di fornire servizi e creare situazioni di aggregazione sociale. Nulla di nulla. Si salva solo la manutenzione del verde pubblico, ma stare seduti su una panchina ad ammirare piante e fiori non riempie la pancia e non consente di metter su famiglia. È proprio la natalità a portare il Cep in fondo alla classifica legata alle nuove nascite. Appena 5 nel 2014. Primo posto per i funerali: l’indice di mortalità schizza all’11,40 per cento. Medaglia d’oro per la presenza di uomini e donne con capelli bianchi: su 2086 residenti, 1340 hanno non meno di sessantaquattro anni e la metà esatta (670) ne hanno più di 75. Numeri, questi ultimi, che portano il rione al vertice tra tutti quelli della città per "indice di vecchiaia": l’indicatore comunale – riportato nell’ultimo atlante demografico – è di 401,20 rispetto al 356,91 di dieci anni fa.

 

"Le problematiche del Cep sono comuni a diverse realtà. Con le poche risorse che abbiamo farò sì che ci sia una celere risposta alle varie esigenze dei residenti". Parole del sindaco Massimo Zedda, datate ottobre 2011. La fotografia attuale? Sei attività commerciali sotto i portici di via Castiglione e quelli di via Flavio Gioia. Due tabaccherie, una farmacia, un negozio per animali, uno di traslochi e una rivendita di attrezzature per fare la birra in casa. E un solo bar. Poi, è la sagra delle serrande abbassate. E non è tutto "verde": le aree invase da sterpaglie abbondano sotto l’Asse Mediano, in via Cannizzaro, in via Don Aldo Matzeu e in via Volta. Le transenne ormai arrugginite sotto le case popolari sono diventate amiche intime di fossi e buche che attendono da quel dì una riparazione che non arriva. Chiesa di Santa Maria del Suffragio a parte, punti dove poter svolgere attività sociali – e, viva la libertà, laiche – non ce ne sono. Nell’ultimo decennio c’è da segnalare un’emorragia di abitanti: 251 sono fuggiti verso altri lidi.

 

"Il Cep deve rinascere, la semina promessa non c'è stata". Parola di Paolo Casu: il vice presidente del Consiglio comunale conosce molto bene il rione e le sue problematiche. Proprio in via Flavio Gioia, al civico 75, ha aperto un Caf per offrire un servizio, totalmente gratuito, agli abitanti del rione. "Mancano i servizi minimi, come centri di ascolto, associazioni o un presidio di ambulanze. Lo stesso Comune è latitante, ancora di più da quando hanno chiuso le circoscrizioni. L'abbandono è sotto gli occhi di tutti, come nella vicina Fonsarda. Ci sono rimpalli di responsabilità tra amministrazione comunale e Area per gli interventi di ripristino. Chi abita al Cep è gente umile e che si tira su le maniche per lavorare. Convivono civilmente operai e impiegati, all'insegna di una stratificazione sociale difficile da trovare in altri rioni popolari". Casu cerca di andare oltre le criticità, e lancia diverse proposte. "La struttura di via Parigi, nel vicino quartiere Europeo, può diventare un presidio socio-sanitario. La banca ore sociale può essere utile per creare opportunità di lavoro". Il numero due del Consiglio tira anche delle stoccate al sindaco e alla squadra degli assessori: "In quattro anni non hanno mosso un dito per il Cep, alcuni esponenti della Giunta, essendo nominati dai partiti, sono fuori dal mondo reale".

Paolo Sebastian Rapeanu